Nel mondo antico gli elefanti da guerra si guadagnarono una nomea terribile ed insanguinata sui campi di battaglia di tutto il mondo. Dalla valle dell’Indo, dove pare siano stati catturati e addestrati i primi pachidermi, fino alle coste dell’Africa settentrionale, gli elefanti vennero utilizzati come reparti d’assalto e sfondamento. Una delle prime attestazioni dell’utilizzo di elefanti selvatici in battaglia si trova in testi sanscriti intorno al 1100 a.C. Si pensa che, inizialmente, gli elefanti fossero catturati già adulti e quindi addestrati alla guerra, perché la crescita è molto lenta. Un elefante impiega 15 anni per divenire adulto.
Furono i Persiani i primi ad affrontare gli elefanti indiani dei re della valle dell’Indo e, una volta sconfitti, Dario I li introdusse entusiasticamente nel suo esercito. Il primo europeo ad affrontare i panzer dell’antichità fu Alessandro Magno che, nella battaglia di Gaugamela, dovette vedersela con svariati elefanti da guerra del re dei re di Persia. Gli elefanti da guerra schierati dai persiani a Gaugamela furono solo 15, niente in confronto a quello a cui sarebbero andati incontro le falangi di Alessandro in India.
Gli elefanti da guerra indiani
In India il re dei Macedoni dovette infatti vedersela con re Poro, che schierò in battaglia oltre 100 elefanti. Uno schieramento gigantesco, di cui possiamo immaginare la vastità. Inimmaginabile è invece il terrore che avranno provato i soldati greci e macedoni di fronte ad un tale schieramento. Schiantatisi contro le falangi di Alessandro, gli elefanti da guerra indiani si aprirono un varco insanguinato negli schieramenti greci. Una volta esaurite le energie della carica, i Macedoni allentarono i ranghi in modo tale da fare passare gli elefanti per colpirli dai lati.
Alla fine Alessandro vinse la battaglia dell’Idaspe, ma a carissimo prezzo. Bucefalo morì in battaglia, migliaia di veterani erano morti mentre gli altri soldati si curavano le numerose ferite. Fra tutte le battaglie quella dell’Idaspe fu una delle più sanguinose e difficili di Alessandro. Quando poi il re macedone seppe che gli altri re della valle dell’Indo potevano schierare più di 1000 elefanti l’uno rimase estremamente impressionato.
Per chi ha avuto la possibilità di vederne uno dal vivo, gli elefanti asiatici sono estremamente imponenti. Alti, dalla testa gigantescae molto dura, la loro mole è impressionante. In battaglia questi pachidermi venivano poi dipinti, agghindati e in qualche caso coperti con armature apposite, mentre sulla loro schiena veniva montata una torretta di legno su cui stavano due o tre soldati armati di arco e giavellotti.
Una volta tornato nell’impero persiano, Alessandro creò un corpo di guardia di elefanti da guerra nel suo palazzo. Istituì anche la carica di elefantarca, ovvero colui che doveva occuparsi della gestione, arruolamento e guida in battaglia dell’unità di elefanti da guerra. Morto il grande re macedone, i Diadochi, i suoi generali che combatterono ferocemente per spartirsi il regno di Alessandro, usarono ampiamente elefanti in battaglia. Fra tutti fu soprattutto Seleuco, fondatore dell’impero Seleucide, a utilizzare in numero gli elefanti da guerra. Ciò era dovuto alla vicinanza del suo regno con la valle dell’Indo.
Gli elefanti da guerra di Annibale
Quando uno pensa ai pachidermi sui campi di battaglia la mente corre subito ad uno dei più grandi generali della storia dell’umanità: Annibale Barca. Il generale cartaginese riuscì infatti a sconfiggere in diverse occasioni, benché inferiore di numero, le armate romane minacciando seriamente la sopravvivenza dell’Urbe. Una delle più impressionanti gesta di Annibale fu il valico delle Alpi, in inverno, con al seguito una vastissima armata di elefanti e soldati cartaginesi, Celti, Celtiberi, Ispanici e Africani.
Quelli di Annibale non furono però i primi elefanti affrontati dai Romani. I figli della lupa avevano già affrontato in diverse occasioni gli elefanti da guerra, soprattutto nelle guerre contro Taranto e contro Pirro, il re dell’Epiro che aveva invaso l’Italia. Inizialmente la paura causata dagli elefanti ed il terrore provato di fronte ai pachidermi portò alla sconfitta dei romani. Ma una volta prese le misure contro quest mostri zannuti, le legioni di Roma impararono come gestire il nuovo e gigantesco nemico.
La battaglia più famosa in cui vennero dispiegati degli elefanti da guerra è, senza alcun dubbio, la battaglia di Zama. Qui le forze di Scipione riuscirono a vincere, dopo una strenua lotta, il genio di Annibale che vide utilizzata contro di sé la sua stessa tecnica di aggiramento con la cavalleria. Dopo il trionfo sull’odiata Cartagine, Roma utilizzò in diversi casi elefanti da guerra, con alterne fortune.
L’ultima attestazione che abbiamo è quella di Claudio, quando, invasa la Britannia, si presentò a dei potenti di tribù celtiche a cavallo di un gigantesco elefante.
Elefanti nel sud est asiatico
Se le battaglie fra elefanti nell’antico mondo mediterraneo e indoariano ci hanno impressionato, sono niente in confronto al grande uso che ne fecero il popolo de Thai e i Birmani nel sud-est asiatico. L’elefanti nella Thailandia di oggi -l’antico impero del Siam – non è solo amato come animale, ma è stato utilizzato anche come arma da guerra.
Nella guerra birmano-siamese si dice infatti che i Birmani riuscirono a schierare in campo ben 700 elefanti da guerra armati di tutto punto. Un numero impressionante, di molto superiore a quelli schierati nell’antichità mediterranea.
Sappiamo per certo che durante la Prima guerra mondiale l’esercito britannico utilizzò ampiamente gli elefanti in India. I pachidermi non vennero però più usati come arma di sfondamento, ma come strumenti di carico, scarico e spostamento merci. Dgli antichi Indiani passando per Persiani, Cartaginesi, Macedoni, Romani, Siamesi, Birmani, Mongoli, Turchi e Musulmani, gli elefanti da guerra furono uno strumento ampiamente utilizzato nel passato con alterne fortune.
(di Fausto Andrea Marconi)