13,5 tonnellate di oro trovate nella casa di un ex sindaco cinese [VIDEO]

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Un’enorme quantità di oro è stata trovata nella casa privata di un ex sindaco cinese, Zhang Qi: il video è incredibile. Egli era sindaco della città di Danzhou, che si trova a nord dell’isola di Hainan, nel Mar Cinese meridionale. Assieme alle centinaia di lingotti, è stato trovato anche un discreto ammontare di denaro sonante, in diverse monete di più nazioni.

L’operazione è stata condotta dalla polizia su indicazione della National Supervisory Commission (l’organismo della Repubblica Popolare Cinese deputato a combattere la corruzione): il primo media a riportare la notizia è stato il locale “Power Apple“. Il video, diffuso su Twitter anche da WorldNews911 e su Instagram, ha fatto il giro del mondo in brevissimo tempo.

Video integrale alla fine dell’articolo.

 

Un mare di oro: l’ilarità del web

Come riportato da ZeroHedge, le reazioni del web sono state significativamente multiformi, ma ha prevalso l’ilarità. Molti utenti hanno sottolineato la ricchezza spropositata accumulata dall’ex sindaco cinese scherzandoci sopra, e bypassando il fatto che si tratti con ogni probabilità di proventi di corruzione. Ma, del resto, è del tutto fisiologico che, in special modo sui social, questo tipo di notizie suscitino vivaci reazioni.

In tantissimi hanno allegato delle GIF divertenti, della più varia provenienza, nelle quali l’oro era protagonista. Senza ombra di dubbio, la più azzeccata è stata l’immagine di Paperon de’ Paperoni – lo zio d’America più famoso dei fumetti – in tuffo nel suo deposito segreto di monete d’oro. Certamente, se non fosse doloroso nella realtà, anche Zhang Qi avrebbe potuto farlo, considerando l’ampiezza del suo deposito segreto.

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Sindaco cinese indagato per corruzione

Tuttavia, questa ilarità potrebbe trasformarsi in tragedia per Zhang Qi. L’ex sindaco – e segretario del Partito Comunista Cinese a Danzhou, Sanya ed Haikou -, aveva conservato privatamente oltre 13 tonnellate di oro e circa 37 miliardi di dollari in diverse valute (tra cui anche yuan ed euro), in una delle sue proprietà (di altrettanto notevole caratura), ripresa da un video. Ma questa, secondo le leggi cinesi  che regolano la corruzione, è una grave violazione. Punibile come reato finanziario secondo l’articolo 383 del Codice Penale nazionale: il quale, de facto, si equipara nella punizione ad un crimine contro lo Stato.

Sin dal 2013, anno del suo insediamento, non incidentalmente Xi Jinping aveva promesso una lotta alla corruzione su tutti i fronti ed in tutti i campi. L’indagine su Qi, infatti, è partita in questo mese di settembre 2019 non solo dalla succitata NSC, ma anche dalla Central Commission for Discipline Inspection. Una commissione speciale interna al partito, ed indagante sulle azioni dei suoi membri. Congiuntamente, esse hanno portato alla luce, tra le altre cose, questo ricco deposito.

Ora, secondo le norme del Codice Penale cinese e della sezione che regola questo tipo di reati e relativi provvedimenti, Zhang Qi dovrà essere incriminato e condannato a morte.

(Lorenzo Franzoni)

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