Siamo noi a coprirci il naso, caro Saviano

Caro Roberto Saviano, siamo noi a coprirci il naso per il tuo silenzio sulla morte di un tuo collega, Yaser Murtaja. Quando, il 6 aprile, è stato colpito da un proiettile allo stomaco sparato da un cecchino israeliano si trovava a Gaza. Documentava, con foto e video, la mattanza degli sgherri di Tel Aviv nei confronti dei palestinesi che giornali come La Stampa, Repubblica, Il Foglio e Corriere della Sera e “opinionisti” come te continuano ad ignorare o chiamare “scontri.”

Lascia moglie e due figli. Il suo unico desiderio – sempre negato da Israele – era quello di viaggiare, lontano da quella prigione. Magari a New York, dove tu vivi la tua vita agiata dall’alto del tuo attico. Caro Roberto Saviano, siamo noi a coprirci il naso per la tua evidente ignoranza medico-scientifica quando parli dell’”attacco chimico” di Douma. Respirato anche in piccole quantità, i gas di cui scrivi – senza prove – provocano vomito, deiezione abbondante, emorragie e rilasci di muco dagli orifizi.

Nessuna delle vittime presenti nei video-propaganda dei White Helmets – alias l’apparato “umanitario” di al-Qaeda – ai quali abbocchi presenta questi sintomi. Caro Roberto Saviano, siamo noi a coprirci il naso quando finisci per favorire la vulgata terrorista, con il solo scopo di far leva sui sentimenti umanitari delle persone, quelli che hanno spento i monumenti nelle grandi città e prodotto i#WelcomeRefugees, e che vengono ripagati con mattanze un giorno sì e uno no in questi due anni.

Il Muhammad Najem che tanto veneri sul tuo profilo è affiliato ai salafiti di Faylaq al-Rahman, alleati di Hay’at Tahrir al-Sham e dei Fratelli Musulmani. Altrimenti non si spiega il motivo per il quale avesse una connessione internet funzionante, essendo stata l’energia elettrica sotto la loro completa gestione durante la settennale occupazione del Ghouta orientale. Caro Roberto Saviano, siamo noi a coprirci il naso per la tua imbarazzante miopia quando presti il fianco ai tentativi di regime change di inclinazione sunnita, in Siria come in Iran, che rafforzerebbero il fronte Arabia Saudita/Emirati Arabi Uniti.

Devi proprio non aver aperto un qualsiasi libro di storia per capire quanto sia un modello fallimentare. I sunniti hanno perso quattro guerre contro Israele, a partire dal 1948, a differenza di Hezbollah. Saddam Hussein, dal 1980 al 1988, non è stato in grado di fare da scudo al revanscismo sciita iraniano. Il decantato “nazionalismo arabo”, anziché fare da collante tra i popoli come il baathismo di Michel Aflaq o il nasserismo di Gamal Abd el-Nasser, ha creato settarismi su settarismi. Sarebbe un suicidio politico per i nostri interessi.

Caro Roberto Saviano, siamo noi a coprici il naso quando ad Amici, lo scorso anno, dietro la storia strappalacrime di Khaled Omar, qaedista affiliato alla Syrian Civil Defence di James LeMesurier, hai fatto un omaggio gratuito, involontario e non richiesto ai takfiri di Jaysh al-Fatah, organizzazione islamista sunnita alleata di Ahrar al-Sham e Jabhat al-Nusra, supportata dall’Arabia Saudita e che si descrive come anti-Hezbollah ma non necessariamente anti-ISIS.

Caro Roberto Saviano, siamo noi a coprirci il naso quando avalli ogni menzogna e sciacalli sulle tragedie per accreditare quelle considerazioni etiche unidirezionali delle cancellerie occidentali che legittimano gli incontri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, le sanzioni, gli embarghi e i “bombardamenti umanitari”. Quando ti stancherai di fare il megafono del clero neocon?

 (di Davide Pellegrino)