P.M.L.I., quando l’ortodossia è incompetenza dialettica

“L’ortodossia è tensione tra due eresie” scriveva in modo perentorio il filosofo colombiano Nicolas Gomez Davila in uno dei suoi celebri aforismi, delucidazioni oggi più che mai utili per comprendere la decadenza del mondo occidentale.

Questa constatazione, ad esempio, calza a pennello per indicare quel marasma tutto interno al mondo della sinistra extraparlamentare, in cui tra scissioni, liti e strappi vari, i diversi movimenti non indugiano nel ribadire di essere unici portatori dell’autentica visione della dottrina marxiana o, comunque, degni eredi delle lotte sindacali e dei moti popolari dei secoli scorsi.

La citazione riporta tutti con i piedi per terra, incitando, anzi, a riflettere sui propri errori e sulla propria incoerenza: da Rifondazione che, combattendo ai margini della vita politica che conta per frivolezze come le unioni civili o ignorando il concetto di “esercito industriale di riserva”, si rivela complice dei centristi più incalliti; ai circoli operari riuniti attorno allo storico mensile “lotta comunista”, che, essendo trotzkisti di stampo cervettiano, vedono nella globalizzazione una condizione favorevole ad una risposta proletaria internazionale alle politiche della “borghesia” (sempre che oggi ne esista ancora una), dunque, di fatto, spalleggiandola.

In questa lista, potremmo includere senza mezzi termini anche il Partito Marxista-Leninista Italiano (PMLI), già noto agli occhi degli italiani medi, generalmente poco informati sulle idee delle formazioni politiche extraparlamentari, per la loro intransigenza.

Chiariamoci, non ci guadagneremmo nulla a scagliare una critica a tale partito piuttosto che ad altri dell’area, se non che la storpiatura dell’ideologia marxista da parte del gruppo fondato nel lontano 1977 da Giovanni Scudieri può risultare davvero pericolosa, anche per chi combatte la globalizzazione e il liberismo.

Veniamo subito al dunque: il 16 marzo del 2016 sul sito internet del PMLI viene pubblicato un controverso articolo dal titolo “Opponiamoci alla guerra imperialista e appoggiamo lo Stato islamico che ne è il bersaglio”.

Riassumendo quanto esposto da un autore anonimo, un vero comunista dovrebbe prendere le parti dello Stato Islamico in quelle zone del medio oriente sotto il controllo del califfo, semplicemente in quanto avversato sul campo di battaglia dalle potenze occidentali liberali e dalla Russia (la “Santa alleanza” come viene chiamata) che vorrebbero perseguire, sconfiggendo ISIS, una nuova politica imperialista, ricalcando in particolare l’invasione italiana della Libia nel 1912.

Che le superpotenze globaliste non siano interessate ad intervenire nei conflitti in queste zone del mondo per pure ragioni umanitarie ça va sans dire, ma costoro ignorano evidentemente i legami tra USA e jihadisti, comprovati da documenti e fotografie, come quelle ritraenti le strette di mano tra il senatore repubblicano McCain e i leader dei tagliagole.

Questo materiale ci consente di smascherare i rapporti tra queste due, apparentemente, diverse realtà che, di fatto, mirano ad un obiettivo comune: la destituzione del governo laico di Bashar al-Assad in Siria.

Non è una casualità che le proteste contro il governo di quest’ultimo siano cominciate all’inizio del decennio (2010-2011), dopo che Assad rifiutò la richiesta del Qatar di far transitare sul suolo siriano il gasdotto che sarebbe culminato in Turchia per rifornire l’Europa di gas naturale liquefatto, recando uno smacco alla Russia, fraterna alleata della Siria fin dai tempi della Guerra Fredda.

Non è una coincidenza neppure che, in seguito a questa decisione, la Turchia abbia fornito una sede all’opposizione del regime siriano nel 2011, lo stesso anno in cui gli USA, alleati di Turchia e Qatar, hanno incominciato a premere per le dimissioni di Assad, giungendo poi ad armare gli oppositori all’inizio della guerra civile.

Questa è real politik, evidentemente sconosciuta dai discepoli di Scudieri, che liquidano le teorie sopra esposte come “tesi posticce partorite da trotzkisti”, senza però spiegarne il perché.
Un altro aspetto che preme evidenziare è come questi ignorino il ruolo fondamentale di Assad nella lotta all’imperialismo americano.

Per quanto il suo principale alleato, Putin (etichettato in modo pressappochistico dal PMLI come “zar neofascista”), abbia interesse nello schierarsi con Damasco per preservare la propria forza geopolitica (l’ultimo porto militare russo nel mediterraneo è proprio a Latakia), le differenze con i progetti coloniali degli USA sono ben marcate.

Ad un’ipotetica polveriera, culla di nuovi aspiranti terroristi pronti ad attaccare l’Europa, che farebbero della Siria una nuova Libia in caso di vittoria dei “ribelli moderati” o dell’ISIS manovrati dall’occidente , Assad e alleati contrappongono un paese laico, più evoluto, in termini sociali, delle vicine petrolmonarchie e attento agli interessi dei lavoratori (aspetto che dovrebbe essere preso in considerazione da chi si definisce comunista), così come era prima del conflitto del 2011.

Per concludere la disamina sul sostegno all’ISIS, ricordiamo che il 18 maggio 2017 a Catania si è organizzato un presidio contro la xenofobia e a sostegno dell’accoglienza degli immigrati, con particolare riferimento all’azione di Generazione Identitaria nel porto della città siciliana di qualche giorno prima.

La manifestazione è risultata fallimentare, contando solo una ventina di partecipanti di vari movimenti di sinistra e centri sociali; tra di questi c’erano anche dei militanti del PMLI: non sarebbe bene che gli organizzatori di manifestazioni contro un presunto odio etnico allontanino chi difende dichiaratamente il terrorismo salafita ai danni del popolo europeo ?

Mentre attendiamo una risposta, andiamo ad analizzare un altro campo in cui questi stalinisti cadono nel peggior vendolismo: la questione dei diritti LGBT e la pratica dell’ ”utero in affitto”.
In un altro articolo, a tal proposito, il partito ha espresso la sua vicinanza alle battaglie per i diritti civili, affermando ,senza però spiegarne ancora una volta il motivo, come questi non cozzino con quelli sociali.

Oggetto di critica sono così le associazioni “oscurantiste e reazionarie” come il Popolo della famiglia ed eventi come il “family day”, contrastati in modo poco esaustivo con le stesse parole che userebbero Bertinotti o Ferrero ,dunque dei socialdemocratici.

Anche il filosofo Diego Fusaro è stato attaccato nello scritto, reo di aver mal interpretato le parole di Marx, secondo cui “nel sistema capitalista verrà un momento in cui tutto diventa merce” (citazione tratta da “la miseria della filosofia” del 1847), con evidente riferimento alla maternità surrogata.
Il PMLI ancora non spiega perché il saggista torinese avrebbe dato un’interpretazione fuorviante della frase, quando questa sembra invece descrivere perfettamente una pratica così aberrante e totalmente ingranata nel sistema di mercato.

Il partito di Scudieri non si mostra così tanto diverso da Rifondazione, dal berlinguerismo e dalle altre formazioni che critica quotidianamente, tutte espressioni della stessa decadenza ideologica.
Un’osservazione in questo senso ci arriva da chi ,diversamente da Scudieri e i suoi, ha fornito un’interpretazione meno dogmatica e più feconda del marxismo: Costanzo Preve.

Il pensatore scomparso nel 2013 vede nelle formazioni come il PMLI comunità che dopo il crollo del socialismo reale hanno congedato il pensiero marxista a vantaggio di un post-sessantottismo “futurista”, dove per futurista si indica quel carattere antitradizionale, che disprezza ,tra le altre cose, la speculazione filosofica(che vanta di una tradizione millenaria),relegandola ad “ancella” della sociologia.

Questi, anziché analizzare le cause che hanno portato al tramonto del “comunismo storico novecentesco” , hanno adottato la metafisica capitalista, prime fra tutte la “Metafisica dei diritti umani”, cavallo di battaglia del politicamente corretto.

I continui e sterili battibecchi su chi sia il vero depositario del marxismo sono invece rintracciabili nel fatto che Marx non ha mai codificato un paradigma unificato della propria filosofia ,lasciando il campo aperto ad una varietà di interpretazioni ,rendendo difficile capire quale versione sia più autentica.

Ciò che, sicuramente, non è autentico è leggere il marxismo alla lettera, in modo nozionistico, senza captare i cambiamenti strutturali della società.

Chi, pertanto, crede che la dialettica del mondo occidentale sia ancora cristallizzata sulla lotta tra borghesia e proletariato, come Lotta Comunista e il PMLI, non solo è nel torto, dato che non esiste più il proletariato e alla borghesia si sono sostituite élite strategiche della produzione capitalistica, ma rischia di essere il più fedele alleato del capitalismo stesso.

(di Guido Snaporaz)