La leggenda di San Galgano e la vera spada nella roccia

La leggenda britannica di re Artù e di Excalibur ha reso famosa a tutti l’immagine della spada nella roccia. Una lama conficcata nella pietra, attorno alla quale gravitano antiche profezie e storie straordinarie. Eppure non tutti sanno che anche l’Italia può vantare una sua spada nella roccia. Una spada, inoltre, che ancora oggi è possibile vedere e ammirare. Stiamo parlando della spada dell’Abbazia di San Galgano.

Situata a Chiusdino, a una trentina di chilometri da Siena, dell’Abbazia di San Galgano oggi non restano che le mura in rovina. Perfetto esempio di una tipica abbazia cistercense, l’antico complesso monastico è composto dall’edificio principale (quello attualmente in rovina) e da un eremo non distante, anch’esso intitolato al santo cavaliere. E’ proprio all’interno di quest’ultimo, conosciuto anche come Rotonda di Montesiepi, che è possibile ammirare la famosa spada nella roccia.

San Galgano fu un cavaliere, vissuto nella turbolenta Toscana del XII secolo. Di lui sappiamo purtroppo ben poco, se non che nacque probabilmente a Chiusdino nel 1148. Morirà il 30 novembre 1181, sempre nella località senese di nascita. Non sono molte le notizie sulla vita di Galgano riportate dalle cronache dell’epoca; si dice solamente che fu educato alla guerra, come cavaliere e uomo d’arme, che prese parte alle lotte politiche del suo tempo e che condusse inizialmente una vita dissoluta e lussuriosa.

Ma il cavaliere toscano era evidentemente destinato ad altre, e ben più alte, occupazioni. Dopo la giovinezza da peccatore e da violento, infatti, la leggenda vuole che San Galgano si sia pentito, scegliendo di cambiare vita e di dedicarsi a Dio. Il guerriero si fa dunque pellegrino ed eremita, espiando i propri peccati con la preghiera e la penitenza. Il momento più importante e famoso della sua conversione avviene un anno prima della morte, nel giorno di Natale del 1180. Galgano, deciso a tagliare i ponti con la precedente vita da cavaliere, sale sul colle di Montesiepi e infigge la sua spada in una roccia. Trasforma così l’arma, con la sua elsa che spunta dal terreno, in una croce.

La storia e la leggenda di Galgano ebbero subito un successo immediato. Il cavaliere fu proclamato santo da papa Lucio III nemmeno quattro anni dopo la sua morte. Fin da subito inoltre si diffusero racconti ed episodi legati al personaggio; in molti di questi San Galgano è accompagnato da un altro santo guerriero, l’arcangelo Michele. D’altronde San Michele è il santo medievale e della cavalleria per eccellenza, e sappiamo per certo quanto il suo culto fosse molto importante nella Toscana dell’epoca.

La Rotonda di Montesiepi sorge nel luogo in cui San Galgano visse i suoi ultimi anni da eremita e laddove infisse la sua spada nel terreno. Spada che, ancora oggi, è possibile ammirare. All’interno dell’eremo è infatti presente un masso, nel quale è conficcata l’arma che secondo la leggenda sarebbe appartenuta al santo cavaliere. Sebbene non si possa affermare con certezza che quella sia proprio la spada di San Galgano, sia dalla forma che dalle condizioni possiamo collocarla verso il XII secolo. Anche diverse indagini scientifiche su alcune presunte reliquie del santo fanno risalire le stesse agli anni in cui è vissuto Galgano.

La spada, almeno fino al 1924, era semplicemente conficcata nella roccia. Poteva dunque essere facilmente estratta e infilata all’interno nuovamente. Don Ciompi, il parroco dell’epoca, decise tuttavia di bloccarne la lama versando nel piombo fuso nella fessura. Una misura estrema e poco rispettosa, forse, ma fatta per impedire atti vandalici ai danni della spada. Attualmente è stata anche aggiunta una copertura trasparente in plexiglas.

L’Abbazia di San Galgano, e ovviamente la sua spada, sono ancora oggi mete di forte interesse dal carattere leggendario e spirituale. La stessa struttura dell’Eremo ha sollevato nel tempo numerosi interrogativi e numerose leggende. La copertura dell’edificio, infatti, è molto simile a quella delle tombe etrusche a tholos. Una caratteristica relativamente strana, per una chiesa cristiana. Al suo interno si possono inoltre trovare anche decorazioni e richiami al mondo celtico e alla sua arte. Alcuni studiosi hanno poi azzardato anche una sovrapposizione fra il luogo in cui sorge, Montesiepi appunto, è un antico bosco sacro per i pagani. Non mancano infine gli onnipresenti riferimenti ai Templari. La particolare scelta cromatica delle pareti e della cupola dell’Eremo, infatti, è tipica di numerose chiese costruite dall’Ordine del Tempio.

Al di là di tutti questi riferimenti (spesso forzati e capziosi), è innegabile che la spada nella roccia di San Galgano abbia in sé una forte valenza spirituale e religiosa. Una valenza che le deriva sopratutto da ciò che essa ha rappresentato e rappresenta. La spada che si trasforma in croce è una chiara allegoria della morte che si tramuta in pace e speranza. Il cavaliere Galgano abbandona il suo titolo e la sua vita per farsi eremita, dando ai suoi simili una chiara lezione di umiltà e di bontà. Egli in questo è un precursore di ciò che, qualche decennio dopo, sarà pienamente rappresentato da San Francesco d’Assisi.

(di Andrea Tabacchini)