Cristo si è fermato ad Helsinki, il sogno interrotto della Finlandia

Ludovica e Roberto sono in Finlandia dal 2006, ma confessano che non hanno mai dimenticato la buona abitudine di farsi il caffè nella “caccavella” ( caffettiera) prima di uscire e affrontare l’inverno del nord. Dopo i soliti convenevoli di chi non si sente e vede da tanto tempo, Roberto Stellino, da Sant’Antonio Abate, emigrato in Finlandia dopo una laurea a Bologna, inizia a parlare seriamente.

“Non è come in Italia, certo, questa è una crisi meno tangibile, ed è anche peggio , non si vede tantissimo, ma si sente. Te ne accorgi quando arrivi nella strada dove hai il negozio e ogni mese trovi una serranda abbassata, un’altra attività che chiude.”
Questa è la storia di un Paese “insospettabile”, un Paese incastonato tra le patrie del benessere e della socialdemocrazia “esempio di buongoverno” , un Paese che a differenza dei suoi vicini, 15 anni or sono accettò la sfida della moneta unica e oggi ne esce a pezzi; è la storia della Finlandia, il nuovo malato d’ Europa.

“Fino a qualche anno fa vedere qualcuno che dormiva a -11 in in sacco a pelo per strada era impensabile, oggi non ci si stupisce più, anzi in una cittadina poco lontana da qui addirittura c’è stato una caso di congelamento a novembre.” Ludovica evidenzia qualcosa fino che fino a qualche anno fa era inimmaginabile: “ ci alziamo e preghiamo di non essere noi i prossimi ad abbassare la serranda nella nostra strada”.
I clochard crescono man mano che cresce la disoccupazione e gli ammortizzatori sociali non reggono e lasciano gente per strada. I dati della Finlandia sono impietosi se paragonati a quelli di Svezia e Norvegia. Un Pil che in 10 anni è crollato di sette punti a differenza di una Norvegia senza moneta unica che nello stesso periodo ne ha guadagnati 5.

“Non a caso ad essere in crisi”evidenza Ludovica, laurea in economia e 2 master “ sono il Paese più a sud, la Grecia e la Finlandia, a nord. È la prova che due economie agli antipodi non possono essere governate e regolate dalla stessa moneta. Draghi può emettere sul mercato tutti i soldi che vuole, ma non è il modo. Stampare moneta a seconda delle necessità di una nazione è un’altra cosa. Far girare soldi tra i mercati finanziari ,fa calare i tassi di interessi e la possibilità di accedere ai mutui, certo, ma se non ho un lavoro del fatto che posso accedere facilmente ad un mutuo non me ne faccio nulla”.

Ed infatti oltre al Pil che crolla c’è anche la disoccupazione che cresce “ senza creare occupazione seria, sarà solo la finanza e gli speculatori ad esultare. La moneta unica è servita solo a loro” termina Ludovica. Se in Svezia la disoccupazione tocca il tasso “fisiologico” del 4%, ad Helsinki serpeggia il timore di svegliarsi nel 2018 con la il tasso di disoccupazione in doppia cifra, oggi segna 9,4%, record di sempre. “Ogni anno tiriamo le somme, il guadagno cala da sempre, nel 2015 del 7%, quest’anno del 5” mastica amaro Roberto “ la crisi fa cambiare le abitudini. I finlandesi sono molto “local”,anzi, lo erano, noi abbiamo un negozietto di cancelleria e loro prediligono il negozio di quartiere. Ora invece si sono “italianizzati “ (Roberto fa il segno delle virgolette dalla telecamera), ogni fine settimana vanno a fare le mega spese nei centri commerciali fuori Helsinki per risparmiare qualche Euro”.

E non è il solo cambiamento che la crisi economica “ da UE” sta provocando, il calo del potere di acquisto (- 19% in 15 anni) ha fatto mutare le buone abitudini di un Paese modello basato sui diritti universali dei lavoratori. Il flusso migratorio aumentato negli anni , come in tutta l’Unione Europea, unito alla crisi, sta facendo prediligere in molti campi la manodopera a basso costo e in alcuni casi addirittura in nero. Se a chi legge può non suonare così strano, da queste parti lo è.
Nel Paese dei 187.888 laghi e affacciato sul mare, dove il mercato ittico e la pesca rappresentano una grandissima fetta di economia, anche questo campo ha segnato negli anni una flessione (-18% in tre anni) anche e soprattutto a causa delle sanzioni al grande vicino di casa,la Russia.

È nel mercato ittico che a causa della crisi economica molte grandi ditte sono arrivate a preferire la manodopera straniera, sottopagata e in nero, in un campo che fino a non molto tempo fa veniva ritenuto addirittura sacro e molto legato alla tradizione famigliare. Ma non è l’unico lavoro ad essere interessato da una, per ora, mini ondata di richiesta di manodopera sottopagata. Se ne registrano casi anche nella cantieristica , nell’allevamento e la ristorazione. A tutto questo si aggiunge un progressivo invecchiamento della popolazione, tipico dei Paesi europei in crisi economica, incapaci di dare garanzie alle nuove generazioni, incapaci di dare la tranquillità e certezze, due qualità richieste da chi vuole metter su famiglia.

Di fronte a questo scenario così poco idilliaco e a tinte molto “mediterranee” ,il governo finlandese cerca di correre ai ripari sperimentando un “grillinissimo” reddito di base. Infatti dal 1 gennaio di quest’anno 2000 persone prese dagli elenchi dei sussidi statali riceveranno 560 euro mensili per due anni. Un esperimento mirato a “stimolare mercato e il disagio sociale crescente” . Una goccia nel mare della crisi galoppante in un Paese che fino a qualche anno fa veniva preso come modello sociale e lavorativo e ora è in balia della austerità UE che, non solo vieta di esportare in Russia, ma obbliga la Finlandia, terra di confine, ad aumentare le spese militare in risposta “ all’aggressività di Mosca”. Dinnanzi a tutto questo, il provvedimento governativo del “reddito di cittadinanza” sembra cosa effimera. Una misura che di sicuro non servirà a togliere a Ludovica e Roberto la paura di essere la prossima “serranda abbassata” del proprio quartiere.

(di Luigi Ciancio)