Maternità surrogata: il governo si dice contrario ma rimangono i dubbi

Maternità surrogata: il governo si dice contrario ma rimangono i dubbi

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La maternità surrogata anche in Italia è stata di recente oggetto di condanna. Giovani attiviste hanno preteso che il governo prendesse una posizione chiara attraverso una recente petizione. In seguito al ‘no’ all’utero in affitto di Renzi e Di Maio, anche Zingaretti, pur con estremo ritardo e dopo ripetute sollecitazioni, si è dichiarato sfavorevole a tale pratica.
Le ambiguità del governo giallorosso sulla maternità surrogata sono dunque definitivamente risolte? Non proprio. Basta dare uno sguardo al passato per capire che quel ‘no’ potrebbe risuonare un tantino opportunista.
Cosa diceva il Movimento 5 Stelle
Il 5 aprile 2013, il Movimento 5 Stelle aveva presentato in Senato un disegno di legge intitolato “Modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso”.
Questo si faceva in sostanza promotore dei diritti Lgbt e della maternità surrogata: “Il coniuge dello stesso sesso è considerato genitore del figlio dell’altro coniuge fin dal momento del concepimento in costanza di matrimonio, anche quando il concepimento avviene mediante il ricorso a tecniche di riproduzione medicalmente assistita, inclusa la maternità surrogata”. Cambiamento repentino di idea? Si spera.
Cosa (non) diceva il Pd
Il Pd non ha mai mostrato una né una chiusura né un’apertura netta. I lunghi silenzi la dicono lunga sulla spaccatura interna del partito in merito ad una questione tanto delicata quanto fondamentale per comprendere in che mondo si vuole vivere. La sensazione è che il Pd voglia mantenere uno spiraglio aperto alla maternità surrogata per non deludere l’ampia fetta di elettorato proveniente dal mondo Lgbt.
Lo stesso Zingaretti, pur essendosi dichiarato contrario all’utero in affitto, ha però voluto precisare: “È comunque un tema delicato che coinvolge anche quello della tutela nel nostro paese dei bambini nati all’estero da Gpa. Ci saranno al più presto tempi e modi per affrontare collegialmente questa riflessione”. Per la gioia della Cirinnà e tanti altri.
Perché la maternità surrogata è una mostruosità
Pur essendo illegale in Italia, le coppie che lo desiderano possono recarsi all’estero. Nei paesi in cui è legale praticare la maternità surrogata si appoggiano ad agenzie che, spesso dietro lauto compenso, permettono loro di aggirare le regole.
“Garantiamo il successo, o restituiamo i soldi. In un processo di gestazione surrogata possono succedere molte cose che ritardano i tempi, per motivi che sfuggono al nostro controllo. Se non diventa genitore entro 30 mesi, le rimborseremo i soldi.”
Queste sono le parole che si leggono fra i servizi erogati da un’azienda specializzata in maternità surrogata. È naturale rabbrividire di fronte al tentativo di mercificare gli unici aspetti dell’esistenza umana che riescono ancora a sfuggire al controllo del capitalismo mondiale: il concepimento, la nascita, il legame madre-figlio.
Sembra che le donne (ma non solo) lo abbiano capito. L’utero in affitto non è e non potrà mai essere una forma di emancipazione per nessuno. Per i genitori eterosessuali innanzitutto, costretti a sborsare soldi per avere il tanto desiderato bambino-oggetto. Ma anche per i genitori omosessuali che, oltre a dover pagare per avere un figlio, umiliano la propria natura scimmiottando quella delle coppie eterosessuali, le uniche capaci di riprodursi.
Ma la forma più estrema di alienazione la subiscono soprattutto le donne-madri, ridotte a contenitori e svuotate di gran parte della loro intima potenza creatrice, e i figli, che dovranno fare i conti con una figura materna confusa, scissa e duplice, la madre “contenitore” e la madre “tutrice” (quale delle due è la vera madre?).
Proprio come il lavoratore alienato produce un valore che tuttavia non appartiene a lui ma al capitalista, allo stesso modo le donne mettono il proprio sistema riproduttivo alla mercé di chi può permettersi di spendere somme ingenti di denaro. E dunque le povere vittime sfruttate concepiscono, portano in grembo il bambino per nove mesi e partoriscono un bambino che non è loro (o lo è?).
La mostruosità della maternità surrogata traspare da qualsiasi angolazione si consideri tale pratica. Rende comprabile ciò che non si può comprare, riduce a bene di consumo chi non è in grado di rivendicare i propri diritti, abbruttisce l’umanità tutta condannandola alla perdita di senso, pur di soddisfare infantili capricci.
(di Flavia Corso)
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