Ode a Lorella Cuccarini, donna libera da femminismo e politicamente corretto

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Premessa importante, nonché scontata: non conosco la vita privata della signora Cuccarini. Non so se il suo matrimonio abbia subito traumi piccoli, grossi o – se fortunatissima – inesistenti. Non ne ho la minima idea.

E ovviamente non sono un veggente: non sono in grado di conoscere il futuro della sua vita matrimoniale, se essa rimarrà unita fino alla fine dei suoi giorni. Primo perché nel mondo con i vizi di oggi è difficile per tutti, distratti come siamo da milioni di tentazioni, secondo perché nell’ambiente dei VIP queste difficoltà vanno come minimo decuplicate (perfino un super cattolico come Mel Gibson, prolifico e sacralmente unito, ha tirato le cuoia in tal senso), considerando il numero estremo di possibilità e, quindi, di altrettanto plausibili cadute.

Ma sono convinto che in un ambiente come quello dello spettacolo rimanere uniti con il proprio primo e finora unico marito, avere avuto la voglia di partorire 4 figli in un’epoca in cui – indipendentemente dal reddito, non prendiamoci in giro – nessuno li desidera, siano fattori non casuali.

Per meglio dire, siano conseguenza di una certa spina dorsale, di un certo modo di vedere e concepire l’esistenza che oggi non fatico a definire rivoluzionario.

Perché il conformismo odierno non è il cattolicesimo, la tradizione, le famiglie patriarcali o prolifiche, ma il loro esatto opposto: ateismo, agnosticismo, “childfree” e, visto che ci siamo, immigrazionismo ed europeismo.

La Cuccarini non ha mai parlato troppo di politica, probabilmente per non avere rogne di alcun genere. O semplicemente perché negli anni più concentrata sul proprio lavoro e sui propri cari. Qualche anno fa espresse opinioni contrarie alle adozioni gay e non fu difficile etichettarla immediatamente come omofoba nonché subissarla di insulti, ma successivamente vi fu poco altro.

Ebbene, nel gennaio del 2019 la soubrette decide proprio di sfogarsi: contro il cancro dell’Unione Europea, contro il crimine disumano dell’immigrazionismo di massa mascherato dalla parolina dolce “accoglienza”, contro l’ipocrisia di Papa Francesco che nega il diritto sacrosanto di ogni cattolico a curare anzitutto il proprio prossimo, i propri figli e i propri vicini, e non, come la retorica vaticana degli ultimi anni vagheggia, persone che vivono a migliaia di chilometri di distanza che possono essere senz’altro aiutate ma non invadendo le case altrui.

Lorella Cuccarini ricorda quanto l’euro ci abbia impoverito. Ora, non sarò certo io a scoprire che questo probabilmente non la riguarderà direttamente, vista la fortunata e meritata carriera che la showgirl ha avuto. Ma averlo sottolineato denota comunque una sensibilità fuori dal comune verso gli ultimi, in un contesto – sempre quello VIP – in cui abbondano i predicozzi di chi non si mette mai nei panni degli ultimi, di coloro che subiscono l’austerità e la disoccupazione che produce, l’immigrazione e l’obbligo dell’accoglienza.

Lorella Cuccarini attacca il femminismo, la sua ridondante ipocrisia, ma soprattutto il danno enorme che ha prodotto alle donne, ai loro rapporti con gli uomini, alla pace tra i sessi, alla società, al futuro di noi tutti. E tira fuori frasi forti, probabilmente inaccettabili per un mondo che ha deciso che il lavoro sia la priorità assoluta dell’esistenza, come la materia e il potere politico, ammesso che i governi ne detengano ancora uno.

“Dobbiamo accettare il fatto che uomini e donne sono diversi, seppur complementari. Se ci sono più uomini ai vertici è perché sono più predisposti“. Bum. Tremano muri e terreni, qualche altra donna di spettacolo reagisce e non accetta che Lorella possa esprimere una libera opinione, peraltro una delle pochissime in contrasto con quelle dichiarate dal 90% delle anime belle del palcoscenico, tutte in coro unanimi non solo sul femminismo ma sui soliti immigrazionismo, anti-sovranismo, anti-confinismo e chi più ne ha più ne metta. Yawn.

Perché non è possibile accettare che nei ruoli diversi ci siano tante attività nobili e che quelle più inclini della donna – che tra l’altro includono anche alcune professioni che svolgono molto meglio degli uomini – non siano da considerarsi per forza meno virtuose.

Ma la retorica della liberal democrazia queste differenze non le può accettare. Deve comunicare per forza la parità dei sessi nel mondo della politica, insistervi ossessivamente, perché non sia mai anche solo immaginare una differente propensione di un sesso gentile oppresso e distrutto da una “filosofia” ipocrita e decadente.

La Cuccarini vi si è opposta, solo per quello le andrebbe fatto un monumento. Da donna vera, si è messa contro un mondo culturale che le donne le ha snaturate ed estinte. Mostrando anzitutto con la propria vita cosa sia l’istinto femminile verso la maternità. Tra l’altro perseguito nonostante anni di spettacolo e di impegni costanti.

Lanciando una bella pernacchia al ritardo mentale femminista. Grazie Lorella, noi siamo con te e speriamo che ci aiuti in questa battaglia per la vita.

(di Stelio Fergola)

 

 

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