Anche il DNA, il nostro linguaggio genetico viene messo a nudo e alla mercé di un sistema affamato di informazioni e mai satollo. Neanche Orwell poteva immaginare un futuro così distopico. Nella massima di Guy Debord “Il divenir merce del mondo ed il divenir mondo della merce” bisogna includere anche i nostri geni.
Negli ultimi tempi stanno spopolando e sono venduti a buon mercato kit del DNA da parte di My Heritage, Ancestry, le nuove frontiere del social network, attraverso i quali è possibile ricostruire l’Intero albero genealogico. Di questo passo, oltre la possibilità di conoscere la propria provenienza, in futuro qualche azienda potrà farci da medico dicendoci a quali malattie siamo predisposti, ci selezionerà l’alimentazione più giusta per noi o addirittura ci indicherà il partner ideale.
Chiunque sarà ormai inciampato in qualche sponsorizzazione su Facebook che propone kit fai da te. Per i più sfortunati però sarà capitato di ritrovarsi a guardare il celeberrimo video strappalacrime di Ancestry in cui ad alcuni individui presi a campione in diverse parti del mondo viene chiesto di fare il test che avrà come risultato finale stupore e commozione generale oltre a rivelare un legame di parentela tra due campioni.
Tra l’indubbia curiosità e l’interesse che può attrarre chiunque nel conoscere le proprie origini si celano diversi pericoli e inganni che di fatto già si presentavano con i tradizionali Social o addirittura attraverso il semplice accesso ad internet. Pericoli in termini di sicurezza, laddove la privacy è messa in completa esposizione e dati personalissimi come quelli genetici sono di fatto consegnati a delle aziende. Facendo mente locale in merito a quanto successe con Cambridge analytica, si può solo immaginare dove possano finire tali dati.
Oltre ad aver già sollevato ulteriori dubbi tali test sul piano tecnico-scientifico, c’è da chiedersi se l’intenzione non sia anche quella di veicolare un preciso messaggio: quello globalista in cui non esiste un’identità Nazionale, culturale, o sessuale. Un passo avanti dell’ideologia cosmopolita che ci vuole tutti i cittadini del mondo in quanto siamo più o meno tutti imparentati. Di certo non vi era bisogno di questi esempi per conoscere che ogni cultura è frutto di incroci avuti nel corso dei secoli, ma allo stesso tempo in ogni popolo si è costituita la propria psicologia ed anatomia con un lungo lavorio dovuto al tempo e all’ambiente.
Lo scopo di questi test sembra ricalcare quella teoria del metissage per cui ogni cultura è ibrida, ponendosi quindi in opposizione ad ogni difesa etnica e decostruendo il concetto stesso di cultura, esaltando il meticciato come una nuova forma di cultura in continuo mutamento grazie ai flussi dovuti alla globalizzazione. In realtà tutte quelle astrazioni, come i confini, che gli uomini hanno costruito fin dall’alba dei tempi nelle prime civiltà e divisioni tra i popoli sono state indispensabili.
Le differenze esistono e continueranno ad esistere al di là dei tentativi di una certa visione del mondo filosofica, scientifica, economica e politica che consiste nel creare un mondo unico, omologato in nome di una presunta fratellanza universale.
(di Emilio Bangalterra)