Meno male che ci sono Masha e Orso

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“Uno strumento di soft power” secondo il professor Anthony Glees dell’Università di Buckingam, le cui affermazioni vengono riportate sul Times.

Masha e Orso, il popolarissimo cartone russo giunto anche in Occidente, sarebbe quindi uno strumento di propaganda e di esportazione della visione e della mentalità russe nel mondo.

Non si può dare torto sicuramente all’affermazione di per sé: la serie punta decisa e netta a valorizzare e difendere molti caratteri della cultura russa, a diffonderli presso i bambini, a dare un valore pedagogico alle future generazioni.

Fa semplicemente ridere che queste accuse vengano da quel mondo anglosassone che da oltre 50 anni non ha fatto altro che esportare il proprio messaggio monolitico ai giovani di tutto l’Occidente, che siano italiani, tedeschi, spagnoli e perfino francesi (per lo meno se ci riferiamo alle grandi nazioni europee).

Dal secondo dopoguerra in poi in Italia non esistono, in pratica, storie di fantasia e per ragazzi di produzione nazionale, salvo sparute eccezioni quasi mai di diffusione realmente massificata (si segnala il fortunato “Lo chiamavano Geeg Robot” uscito due anni fa nelle sale).

Gli italiani stessi sono passati dal crescere con i miti di Pinocchio e di Giamburrasca degli inizi del secolo scorso alla passione per icone fumettistiche e fantastiche quasi esclusivamente anglosassoni, dagli eroi Marvel, alla serie di Indiana Jones, a un film simbolo come I Goonies che ha praticamente segnato la vita di un’intera generazione di giovani. Fanno eccezione gli anime e i fumetti giapponesi, chiaramente, peraltro parzialmente occidentalizzati anch’essi.

Tutto ciò è avvenuto allo stesso modo nel resto d’Europa, perché perfino in Francia (unica a cercare di resistere ma poi finita anch’essa sotto la scure dell’imperialismo culturale statunitense), il dominio assoluto della “modus yankee” è oggi ampiamente indiscutibile.

Ed è soft power, perché riguarda tutta una serie di produzioni che, dal cinema ai fumetti, dipingono quasi sempre gli USA come una sorta di “potenza protettrice buona” contro il male proveniente dai mondi oscuri e poco democratici. Sul tema del terrorismo di matrice islamica in particolare si potrebbe disquisire per decenni, tanto per pellicole popolari come il famosissimo Air Force One con Harrison Ford che per la fortunatissima serie 24 con Kiefer Sutherland.

Perfino sulla vergognosa colonizzazione britannica in Irlanda del Nord sono uscite pellicole di presunta ispirazione pacifista ma in realtà con il solo scopo di difendere lo status quo del dominio di Londra nell’area, come L’Ombra del Diavolo, uscito nel 1997 e interpretato da Brad Pitt e – di nuovo – Harrison Ford.

Ma diciamolo pure tranquillamente, possiamo anche parlare apertamente di hard power, visto che abbiamo a che fare con una tale montagna di icone e racconti a senso unico, di fatto imponenti un modello politico di riferimento ritenuto a prescindere quale l’unico possibile, precludendo la sola idea di un’alternativa alle classi dirigenti di tutta Europa ma anche e soprattutto ai suoi cittadini.

Dunque di cosa ha il coraggio di lamentarsi il Times, se è una delle colonne massime dell’informazione dell’Impero americano, seppur dalla sempre fedele sponda britannica?

C’è del risentimento verso la Russia che, guarda un po’, al di fuori della sfera di influenza americana e britannica si permette perfino di voler resistere? Di Mosca che, dopo essere stata depredata senza pietà della propria politica estera in seguito alla crollo del blocco sovietico, tenta addirittura di promuovere sé stessa al resto d’Europa? Che villana!

Chiunque voglia dire la propria nel contesto politico e culturale mondiale ha il sacrosanto dovere di valorizzarsi, è questa la verità. Gran Bretagna e USA sono maestre assolute di questo modus operandi e non hanno il benché minimo diritto di poter accusare altri di alcunché. Se non mostrando una verace e poco dignitosa faccia tosta, s’intenda.

Dunque ci facciano il piacere, come diceva Totò, i signori accademici dall’accento forbito, e abbiano per lo meno la buona pace chiudere la bocca. Che sul tema non possono permettersi davvero alcuna predica.

Ai margini dell’Europa, intanto, ma al tempo stesso nel pieno del continente, qualcuno resiste. Va appoggiato e, se è possibile, imitato. Per riconquistare la nostra indipendenza.

(di Stelio Fergola)

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