Macron attacca ancora l’Italia: “Populisti come la lebbra”

Emmanuel Macron torna ad attaccare l’Italia. Questa volta ci definisce lebbrosi e ribadisce la totale infondatezza delle nostre sacrosante accuse di inazione nei suoi confronti in merito all’accoglienza. “I nostri amici vicini dicono le cose peggiori e noi ci abituiamo. Fanno le peggiori provocazioni e nessuno si scandalizza di questo”.

Il riferimento al rifiuto categorico di Giuseppe Conte di discutere la bozza UE durante il vertice straordinario di Bruxelles in programma domenica è chiaro. Era una prova, il solito tranello per vedere se il governo gialloverde era realmente diverso dai precedenti a guida PD. Non ci è cascato e ne è uscito da gran signore e a testa alta, scombussolando i piani. Ha costretto l’inquilino dell’Eliseo a battere in ritirata in maniera clamorosa per il danno di immagine conseguitosi, Donald Tusk ad accettare le sue condizioni ed Angela Merkel ad abbozzare con la chiamata odierna a Palazzo Chigi.

Abituati come eravamo a non essere calcolati di striscio questo è un atto che sembra rivoluzionario, rendiamoci conto. Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni avrebbero firmato scodinzolanti, magari uscendo soddisfatti e ridenti dopo una finta litigata e le solite vuote scemenze. Della serie: “abbiamo fatto passi avanti, ci sono progressi” per poi ritrovarsi ancora adibiti a tubo di scappamento del Mediterraneo.

Speriamo, tuttavia, che sia l’occasione affinché prevalga l’asse Roma-Vienna: chi vuole ottenere l’asilo in UE deve fare la domanda dal di fuori del suo territorio. Tutti gli sbarchi improvvisati dalle ONG devono essere interrotti e combattuti.

(di Davide Pellegrino)