“Loro”, l’estetica dell’eccesso

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Ancora prima dell’uscita nelle sale, “Loro”, l’ultima opera monumentale di Paolo Sorrentino, ha fatto parlare di sé scatenando non poche polemiche. Diviso in due parti distribuite separatamente, “Loro” è stato sponsorizzato come un grande film biografico su Silvio Berlusconi, dividendo la critica politica e cinematografica: la stampa di centrodestra si è buttata sulla difensiva attaccando la pellicola “radical chic”, quella di sinistra ha giudicato il film troppo morbido nei confronti dell’ex Cavaliere, a livello cinematografico, Sorrentino è stato attaccato per scelte stilistiche al limite del grottesco.

La verità è che il regista ha centrato perfettamente il suo obiettivo. “Loro” è una grande operazione di marketing; spacciato per un film su Berlusconi, la prima parte del film è incentrata su “loro”, la corte del leader di Forza Italia fatta di politici arrivisti, prostitute con i loro protettori, gente dello spettacolo e uomini di potere, ma non vi è nessuna pretesa di denuncia o di critica politica: Sorrentino, volutamente, non si prende sul serio puntando a un’estremizzazione del suo stile cinematografico quasi a volerne fare una parodia.

Se “La Grande Bellezza” ritraeva la borghesia romana contemporanea nei suoi aspetti più decadenti, con la corte di Berlusconi, simbolo di quel “trash” dei primi anni duemila, il regista decide di alzare clamorosamente il tiro facendo immergere lo spettatore in un allucinante viaggio tra sesso, droga e costumi estremi.

Pecca importante è la distribuzione del film in due parti. “Loro 1” è un’iniezione di adrenalina di quasi due ore, Berlusconi appare solo dopo settanta minuti di film (molti hanno parlato di questa scelta come un grande difetto dell’opera, probabilmente ignorando che del film esisteva una seconda parte) e la scena è monopolizzata da Sergio Morra, trasposizione di Gianpaolo Tarantini, interpretato da un bravissimo Riccardo Scamarcio.

Morra, la sua compagna e i vari personaggi da avanspettacolo che vivono attorno alla figura di “Lui” si muovono in un mondo creato ad hoc da Sorrentino dove, a livello tecnico, la fotografia fa da padrone accompagnata da una colonna sonora dinamica e ricercata che pompa i ritmi frenetici del film fino alla fine. Paradossalmente è con l’ingresso in scena di Berlusconi (interpretato da Toni Servillo) che i toni si smorzano.

In “Loro 2”, Morra e gli altri personaggi cadono in secondo piano, appaiono poco e la loro evoluzione caratteriale non viene definita come desiderato, Servillo monopolizza la scena e la trama prende una piega biografica che, in certi punti, annoia. Il problema delle due parti è la differenza di toni troppo accentuata, “Loro 2” è più stanco, più calmo ed ha fretta di finire il film.

Chi si aspetta di vedere rivelazioni scandalistiche, film di denuncia oppure un’apologia del berlusconismo, rimarrà deluso, se non vi piacciono gli standard di Sorrentino, “la suora nana che fuma”, non guardatelo, se siete dei fan lo potrete apprezzare in buona parte ma, a prescindere, va guardato nel suo complesso evitando la visione delle due parti separate. Se n’è parlato tanto, troppo, di questo film ma tra tutte le parti in causa, il vero vincitore è il regista.

(di Antonio Pellegrino)
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