Il governo populista: a chi giova e chi lo osteggia

È degli ultimi giorni la notizia di un possibile governo Lega-Movimento 5 Stelle, anche se al momento di chi vi scrive non ci sono ancora certezze a riguardo. Facendo l’analisi della situazione concreta dovremmo individuare ciò che verte intorno alla contraddizione principale, quella tra popoli ed élite.

La politica che sta dietro a questo probabile esecutivo costituirebbe un passo in avanti nell’operazione di svecchiamento delle classi dirigenti, rispetto al blocco di poteri rappresentato da PD e FI. Ma soprattutto si andrebbe nella stessa direzione di Brexit, vittoria di Trump, referendum costituzionale ed elezioni del 4 marzo in Italia.

Tutte queste situazioni sono un simbolo: è possibile venire meno e “vincere” rispetto ai piani dell’establishment e di tutta la sua potente corazzata militare moderna, vale a dire il “mainstream mediatico”! Si oppone ad un governo di questo tipo il seguente combinato di forze: la frazione reazionaria del capitale, quello globalista e finanziario; gli anti berlusconiani irriducibili, disposti a vendere il paese per questa battaglia; radical chic e antagonisti vari, i quali già sono pronti a mobilitarsi nelle piazze.

Sono vergognose le minacce dei vari Mattarella e Gentiloni. Essi dal ruolo di “mummie” e “firmacarte” delle lobby, si stanno immediatamente risvegliando cercando di limitare al massimo l’azione sovranista-populista. Fanno ribrezzo i rigurgiti di anti berlusconismo, il movimento più idiota ed ipocrita della storia italiana, che già evocano “patti taciti” con Berlusconi in cambio del suo assenso al nuovo esecutivo.

Dentro questo calderone troviamo: politici del centro-sinistra portatori di conflitti di interessi ben peggiori (finanza, massonerie, cooperative e sindacati); strapagati divi di TV e carta stampata; manifestanti esagitati dalla bava alla bocca; magistrati prestati alla politica che, seppur in scala minore, hanno saputo violare anch’essi la legge ma con l’aggravante dell’ipocrisia.

La questione conflitto di interessi deve essere valutata solo all’interno del campo populista/sovranista, così come sul provvedimento di riabilitazione di Berlusconi alla vita politica, atto essenzialmente tecnico, si dovrà tenere alta la guardia affinché il cavaliere non sbilanci la politica verso i poteri forti UE.

Passiamo poi al probabile braccio “militante” della lotta al cosiddetto “fascio-leghismo”: centri sociali, antagonisti americaneggianti, eventuali “migranti” arruolati, pseudo anarchici e “schizzati” vari, tutti sapientemente sobillati contro le forze “razziste”, “fasciste” e “populiste”. Questa volta una vera e propria opera di mobilitazione del popolo italiano dovrà vigilare affinché non si compiano colpi di mano e violenze ad opera di questi elementi.

Proprio sulla base di questa “linea netta di demarcazione” è possibile analizzare i punti favorevoli nel campo populista, creando alleanze politiche trasversali e “verticalizzando il conflitto” contro le oligarchie.

Un esecutivo a trazione populista andrebbe letteralmente riempito di contenuti, utilizzando gli spazi di agibilità politica esistenti. Infatti siamo pur sempre in una democrazia, un sistema che va reso partecipato – o meglio ancora “organico” – attraverso comitati popolari, proposte operative e diffusione informativa.

I provvedimenti principali sui quali è importante premere saranno quelli relativi all’economia, rimodulando le proposte di Flat Tax e Reddito di cittadinanza. Ciò per favorire la creazione di posti di lavoro e in sostegno al reddito e alla disoccupazione.

Queste misure possono avere anche l’effetto benefico di drenare l’economia del sud diminuendo la distanza col resto del paese. Fondamentale è la questione “moneta” ed economia finanziaria. Qui bisogna pensare a politiche di recupero progressivo della sovranità, e di allentamento dei vincoli su fiscal compact e debito pubblico, che strozzano l’economia produttiva.

Sull’immigrazione, proprio alla Lega andrà il compito di far attuare una seria politica di: regolamentazione dei flussi; contrasto agli illeciti di ONG e settori deputati all’accoglienza; espulsioni, soprattutto dei settori più intollerabili alla popolazione italiana (musulmani wahabiti e salafiti, nigeriani). Su questo tema e su altri, dove sono evidenti le spinte globaliste e lassiste del M5S, potrebbe essere di man forte Fratelli d’Italia – Ius Soli, leggi sui conflitti bioetici, ecc.

È necessario favorire una politica estera che miri allo sganciamento dall’obsoleto schieramento della NATO, che guardi con favore strategico ed ideale alla Russia e che si opponga sempre più a guerre ed ingerenze di USA e Israele. Altri provvedimenti decisivi saranno sicuramente l’abolizione della legge Fornero e anche una rivisitazione ragionevole del decreto Lorenzin sui vaccini, dove pure ci potrà essere una convergenza di intenti tra Lega e M5S.

Un lavoro di medio-lungo periodo, invece, andrà affrontato dal punto di vista metapolitico dalle forze che dovranno mettersi a sostegno di questo ancora “non certo” governo e, come dicevamo, riempiendone di contenuti l’attività. Senza cedere ad entusiasmi facili e vigilando sui possibili rimescolamenti di carte attuabili dai centri di potere eteronomi, che stanno talvolta dietro le stesse forze in questione.

È opportuno dare inizio ad un vero lavoro di “egemonia culturale” formando una nuova classe dirigente sulle questioni cruciali, che stanno dietro queste proposte, oggi “sentite” nel paese seppur da una piccola minoranza.

Per questi temi va fatta un’opera di diffusione e di “penetrazione gramsciana“, all’interno di scuole e università, posti di lavoro ed aziende, istituzioni, comitati popolari e di quartiere. Anche dal punto di vista degli uomini ce ne sono diversi che sia dentro che fuori questa possibile maggioranza, con un appoggio di tutto il fronte populista/sovranista, possono emergere e dare il loro contributo ad una tale azione governativa.

Pensiamo ad elementi come i leghisti Bagnai e Borghi, che in materia di sganciamento dell’economia dall’Eurosistema possono essere preziosi, o all’economista Micalizzi con tutte le sue ottime proposte sulla moneta fiscale.  Oppure pensiamo ai giornalisti controcorrente del M5S Paragone e Cabras, e immaginiamo il contributo che darebbe un Giulietto Chiesa, come esperto sulle vicende di politica estera.

Altri che risulterebbero utili sono i giuristi Barra Caracciolo e Ugo Mattei: tutti elementi, questi, che in un modo o nell’altro possono essere messi a contribuzione in un simile governo. Le speranze ci sono ma tutte da costruire, tenendo a bada le false illusioni nel credere che le cose piovano dall’alto.

L’agibilità politica e la sovranità vanno conquistate, e bisognerà rimanere attivi, facendo leva su tutti gli appigli possibili per sviluppare in chiave quanto più avanzata possibile per l’Italia il nuovo scenario politico.

(di Roberto Siconolfi)