Fondata nel 1804 riformando la guardia consolare, (Garde des consuls), la Guardia Imperiale, (Garde impériale), fu la guardia d’onore di Napoleone e la migliore unità di fanteria degli eserciti del I impero francese. Nata come corpo d’onore e di guardia, appunto, del nuovo imperatore dei francesi, la guardia imperiale venne formata reclutando i più agguerriti e fedeli veterani degli eserciti rivoluzionari francesi, diventando così una delle formazioni più temute sui campi di battaglia europei del XVIII secolo.
Divisa in “Vecchia”, “Media” e “Giovane”, la guardia nel tempo aumentò i suoi effettivi fino ad arrivare a comprendere nel 1812 ben 112.482 soldati. Ognuna delle diverse formazioni di guardia possedeva un proprio stato maggiore, dei corpi di cavalleria ed artiglieria e tutti i diversi organi di supporto del tempo tra i quali formazioni di zappatori e granatieri. In questo modo sia la Vecchia che la Media o la Giovane guardia erano dei veri e propri corpi d’armata, capaci di cambiare le sorti di una battaglia. Solitamente ad entrare nel vivo dello scontro erano la Giovane e la Media guardia, di cui la prima veniva usata nel combattimento senza scrupolo: i suoi effettivi erano infatti chiamati un domani a formare la Vecchia guardia, serviva dunque formare combattenti veterani ed agguerriti.
Per poter far parte della Vecchia guardia, (Vieille Garde), un soldato doveva aver servito in più di 20 campagne; mentre per poter diventare un granatiere della Vecchia guardia, ovvero l’élite dell’élite, doveva aver servito nell’esercito per almeno 10 anni, aver avuto un’istruzione, essere alto minimo 1.78 m ed aver ricevuto una menzione al coraggio. Sono proprio i granatieri della Vecchia guardia ad essere entrati nell’immaginario comune: alti, con grandi barbe o lunghi baffi, i Granatieri della guardia, o “les grognards”, “i brontoloni” come li soprannominò Napoleone, portavano alti colbacchi di pelle d’orso, un lungo abito blu scuro con risvolti rossi e bianchi. L’ordine e la disciplina non dovevano essere mantenuti con il pugno di ferro come accadeva negli eserciti prussiani, essendo infatti veterani di numerose campagne i soldati della guardia non necessitavano di rigido controllo: la disciplina e la dedizione all’imperatore e alla Francia erano ormai un loro tratto distintivo. Sempre per questo le punizioni corporali erano vietate, ciò non toglie che ci fosse un rigido codice morale, di disciplina e d’abbigliamento da seguire. Era obbligatorio rasarsi il viso d’inverno e portare baffi, favoriti o basette il resto dell’anno, mentre gli zappatori tenevano la barba lunga. I capelli dei soldati della Vecchia guardia erano lunghi e raccolti in due trecce tirate dietro la nuca, ogni soldato portava a ciascun orecchio un anello d’oro.
Dopo aver seguito Napoleone per mezza Europa, la Guardia imperiale condivise con il proprio generale ed imperatore il tramonto nella battaglia di Waterloo. Utilizzata con successo nelle prime fasi dello scontro, i battaglioni della Vecchia Guardia furono inviati a spezzare il centro della formazione inglese da poco rinforzata da reparti prussiani. Male guidata e sorpresi in inferiorità numerica, i reggimenti della Guardia subirono perdite spaventose ma nonostante ciò arrivarono quasi a raggiungere il loro obiettivo. Infine, dopo aver perso 1200 soldati tra morti e feriti, i soldati della Vecchia Guardia si ritirarono in buon ordine dallo scontro. La vista della ritirata dell’élite della Francia, benché disciplinata, diede il colpo di grazia al morale delle truppe francesi. Al grido di “La Garde recule”, “la guardia si ritira“, i soldati di Napoleone avevano perso ogni speranza.
“La guardia muore ma non si arrende”
-Generale Cambronne, Waterloo 28 giugno 1815.
(di Fausto Andrea Marconi)
L’immagine di copertina è un dipinto dell’illustratore Giuseppe Rava.