Il Bitcoin è una moneta? Luci e ombre della criptovaluta

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Le criptovalute o monete digitali stanno assumendo sempre più un interesse non solo da parte di esperti e operatori del settore ma anche di chi mastica molto meno il mondo finanziario. Il nuovo saggio di Miro Renzaglia dal titolo “Bitcoin. Senza fiducia” edito da Castel Negrino si pone l’obiettivo di rispondere ad una domanda tutt’altro che banale: il bitcoin è una moneta?

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Ripercorrendo la storia della moneta e della banconota e con esse quella delle banche, cresciute e sviluppatesi in antitesi agli Stati nazionali fino ad arrivare all’odierna Banca Centrale Europea che regola un’inesistente federazione e i suoi 500 milioni di abitanti, l’agile saggio di Renzaglia (82 pagine più la prefazione di Guido Giuseppe Pascotto) analizza tra luci e ombre i principali aspetti del nuovo sistema di transazione economica.

Nel Manifesto lanciato dal creatore di Bitcoin Satoshi Nakamoto si pone in evidenza l’assenza del sistema fiduciario, tassello fondamentale fin dagli albori per la definizione di moneta. La volontà di non basare il sistema di transazioni economiche sulla fiducia farebbe optare subito per una definizione, se non lontana, quantomeno diversa da quella di moneta. Il quadro all’interno del quale si muovono i bitcoin viene definito dall’autore come un grande casinò in cui la criptovaluta riveste il ruolo delle fiche e in cui i giocatori sono i soliti signori dell’aristocrazia finanziaria.

In questo caso nulla vieterebbe ai soggetti attivi del gioco di utilizzare lo strumento anche per la copertura della criminalità organizzata o perfino del terrorismo internazionale. Nel testo non mancano i riferimenti agli Stati che sembrano voler ripetere l’esperimento su basi diverse per sopperire ad inflazione e sanzioni economiche.

Non è un caso che la prima nazione al mondo a lanciare una propria moneta digitale sia stata il Venezuela bolivariano che, legando il Petro (questo il nome scelto dal governo di Nicolas Maduro) alle risorse naturali del Paese, ha posto sia un’Autorità centrale di riferimento che una stabilizzazione del prezzo per la convertibilità, due fattori in antitesi con la struttura delle criptovalute come Bitcoin e Ethereum che fondano la propria ideologia sul solo criterio di mercato di domanda e offerta. In definitiva Renzaglia pur riconoscendo la novità e l’audacia della proposta resta cauto sui risultati e gli utilizzi possibili e futuri della stessa.

(di Luca Lezzi)
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