L’attacco chimico di Douma? Una farsa

A Douma le operazioni dell’esercito siriano volgono alla sua completa bonifica. I raid aerei fanno da cornice a concrete offensive via terra iniziate da tempo immemore. In queste ore, il comando di Jaysh al-Islam sta addirittura trattando la resa incondizionata. Per garantirsi il trasferimento sicuro ad Idlib in attesa dell’apocalisse finale della sua infame esistenza ha messo sul piatto, a Damasco, la liberazione dei suoi patrioti detenuti nelle prigioni di al-Tawba.

Si capisce immediatamente come la narrativa sui 70 morti del presunto “attacco chimico” di queste ore segua quella di Aleppo Est e del Ghouta orientale: dare ai takfiro-wahhabiti il pretesto criminale per capovolgere lo scenario bellico e prolungare la sofferenza dei civili. Circolano voci, infatti, che la delegazione partecipante ai negoziati di cui sopra sarebbe stata assassinata da elementi vicini all’ala paramilitare di Abu Jamal.

Inoltre il mainstream occidentale, sotto dettatura dell’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, parla di cloro quale agente utilizzato. Respirato anche in piccole quantità provoca vomito, deiezione abbondante, emorragie e rilasci di muco dagli orifizi.

Nessuna delle vittime presenti nei video-propaganda dei White Helmets – aka l’apparato umanitario di al-Qaeda – presenta questi sintomi. L’ennesima farsa per giustificare l’intervento imperialista e far desistere Donald Trump dallo smantellare le illegali basi USA nel Kurdistan abusivo è servita. Imbecille chi ha già prestato il fianco a tutto ciò con il suo dirittoumanismo peloso.

(di Davide Pellegrino)