L’odio etnico-religioso colpisce ancora l’Irlanda del Nord

A Lurgan, il 31 marzo 2018, viene organizzata la commemorazione annuale dell’Easter Rising del 1916, la Rivolta di Pasqua che diede il via all’insurrezione (poi repressa) contro la presenza britannica in Irlanda.

Si è trattato di una sorta di parata repubblicana in stile paramilitare dal Republican Sinn Fein, partito politico repubblicano e nazionalista che non si identifica né nella partizione d’Irlanda avvenuta con l’Anglo-Irish Treaty del 1921-1922 che divise definitivamente l’isola di smeraldo nelle due parti che conosciamo: la Repubblica d’Irlanda a sud e l’Ulster sotto sovranità britannica a nord. E nemmeno riconosce l’accordo del venerdì santo (Good Friday Agreement) del 1998-1999, che pose termine alla stagione dei Troubles, i conflitti etnico-religiosi a Belfast e nel resto dell’Irlanda del Nord in un clima di odio e di intolleranza tra cattolici nazionalisti irlandesi e protestanti lealisti britannici.

Sostanzialmente il Sinn Fein si configura più come un movimento che un vero e proprio partito politico, giacché non riconoscendo la legittimità dei parlamenti nordirlandese e di quello della Repubblica d’Irlanda si considera erede del repubblicanesimo irlandese coincidente con la proclamazione della Repubblica Irlandese nel corso della Easter Rising del 1916. Riconosce unicamente lo Stato comprendente le 32 contee d’Irlanda, quindi anche l’attuale territorio delle “Six Counties” (nome utilizzato dai repubblicani irlandesi per l’Ulster). Tale movimento è sempre stato nell’occhio del ciclone per presunti collegamenti con la Continuity Irish Republic Army, organizzazione paramilitare repubblicana considerata terrorista nel Regno Unito.

Nel corso di tale cerimonia commemorativa una squadra della Police Service of Northern Ireland, il corpo di polizia nordirlandese successore della precedente Royal Ulster Constabulary (RUC), ha fatto irruzione utilizzando di fatto violenza contro membri e simpatizzanti del RSF e una donna è rimasta ferita nel corso della colluttazione con gli agenti della polizia. Otto persone sarebbero state poste in arresto per sospetta violazione dell’Act of Terrorism, diramato nel 2000 dal Parlamento Britannico al fine di contrastare il terrorismo in particolare nell’Irlanda del Nord e primo di una serie di atti approvati successivamente, oltre che per violazione del Public Procession Act del 1998, riguardante i permessi e le notificazioni per i cortei in luogo pubblico. Una nona persona sarebbe stata posta in stato di arresto perché sospettata di ostruzione alla giustizia e violenza a pubblico ufficiale.

Secondo il Capo Ispettore Jon Burrows i componenti di tale manifestazione non appartenevano alla comunità di Lurgan se non una minoranza di essi. Aggiunge che simili manifestazioni dello stesso gruppo sono state fatte in passato e i loro autori avvertiti che vi sarebbero state conseguenze legali con esse e in caso di recidività. Riguardo al ferimento della donna coinvolta in tale colluttazione tra polizia e manifestanti afferma che vi sono indagini in corso.

Il proclama del Republican Sinn Fein non si è fatto attendere con la condanna dell’irruzione della polizia nordirlandese oltre che della violenza utilizzata da essi nei confronti dei manifestanti e giudicando tale azione della polizia come ingiustificata. Naturalmente essi comunicano che loro continueranno a commemorare i patrioti irlandesi della Easter Rising oltre che ad opporsi ai corpi di polizia nordirlandesi oltre che alla legge stessa, visti come occupanti, opponendosi ad una “normalizzazione” della situazione in loco, di fatto seguendo i dettami del dissidentismo repubblicano al quale essi si ispirano.

Gerry Adams, politico irlandese ed ex membro dell’organizzazione paramilitare Provisional Irish Republic Army, ora membro del partito politico Sinn Fein oltre che della Legislative Assembly cioè il Parlamento dell’Irlanda del Nord, ha dichiarato nel suo profilo twitter che commemorazioni di questo genere dovrebbero essere sempre aperte e rispettose e ha manifestato allo stesso tempo preoccupazione per il caso dell’anziana signora rimasta ferita, manifestando disappunto e chiedendo spiegazioni per l’accaduto alla stessa polizia.

Ricordiamo che la polizia nordirlandese è composta per la maggioranza da lealisti protestanti e di conseguenza invisa ai cittadini irlandesi che si riconoscono nel nazionalismo repubblicano e nel cattolicesimo. Oltre al suo ruolo di contenimento della violenza durante gli anni dei Troubles è nella memoria anche per evidenti azioni di condotta violenta e di brutalità portate da essa in Irlanda del Nord nei confronti di cittadini irlandesi nazionalisti.

L’ultimo grande episodio di tale violenza utilizzata dai corpi di polizia nordirlandesi, allora ancora chiamati Royal Ulster Constabulary, nei confronti di manifestanti nazionalisti repubblicani irlandesi fu durante una loro contromanifestazione ad una marcia pianificata dall’Orange Order, un’antica organizzazione britannica protestante e lealista, nei quartieri nazionalisti di Portadown, una città localizzata nella Contea di Armagh, vicino alla Chiesa di Drumcree. Lo scontro provocò non pochi disordini, poiché la Chiesa stessa costituiva una delle tappe chiave di tale marcia orangista, vista dai repubblicani irlandesi come violenta e causa di settarismo. Questo viene considerato l’ultimo vero grande spiraglio di violenza prima del Good Friday Agreement dell’anno successivo.

Ma una firma tendente alla pace non è riuscita tuttavia a cancellare tali conflitti sociali che ancora oggi purtroppo persistono nella società nordirlandese, troppo oramai radicati per essere superati in maniera definitiva.

(di Lorenzo De Min)