“Ratzinger difende Bergoglio, c’è continuità tra i due pontificati”: sono queste le parole usate dalle maggiori testate giornalistiche in riferimento alla lettera che Benedetto XVI ha indirizzato a monsignor Dario Edoardo Viganò, il quale gli aveva precedentemente fatto dono di una raccolta di undici libelli incentrati sulle posizioni teologiche di Francesco.
Di questa lettera è stata data pubblica lettura lo scorso 12 marzo. Pubblica, sì, ma non integrale. Ne riportiamo di seguito la versione originale:
Reverendissimo Monsignore,
La ringrazio per la sua cortese lettera del 12 gennaio e per l’allegato dono degli undici piccoli volumi curati da Roberto Repole.
Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi.
I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento.
Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti.
Sono certo che avrà comprensione e la saluto cordialmente.
Suo
Benedetto XVI
Monsignor Viganò ha però significativamente sorvolato sull’ultimo paragrafo in cui, nelle parole del vaticanista Sandro Magister, «Ratzinger, con sincero candore, dà prova della sua finissima vena d’ironia. Lo si legga. E chi vuole intendere intenda».
In esso, in sostanza, il papa emerito sembra dire – in maniera velata nella forma, ma anche piuttosto chiara nella sostanza – di non aver tempo da perdere nella lettura degli opuscoli ricevuti. L’omissione di queste parole non sembra casuale, soprattutto alla luce di quanto ha giustamente notato Nicole Winfield dell’Associated Press, ovvero che il Vaticano ha diffuso una foto dell’epistola palesemente manipolata: in essa, le righe “incriminate” risultano infatti sfocate. Il risultato lo si può vedere negli esaltati titoli di giornale dei giorni scorsi.
Certamente Ratzinger non nega la formazione teologica di Bergoglio – e neppure potrebbe farlo, dato che non corrisponderebbe alla verità – ma allo stesso tempo si esime dall’esprimere un parere sulla sua teologia, non avendo letto i volumi sull’argomento.
Che Benedetto XVI fosse ironico o meno – e che dunque l’interpretazione di Magister sia giusta o sbagliata – non sta a noi stabilirlo. Ciò che, come di consueto, ci preme sottolineare è l’unilateralità della versione fornita dai media: un atteggiamento, questo, sicuramente poco professionale, che in molti casi è da imputare alla mancata visione delle fonti originali o, come in questo caso, alla diretta manipolazione delle stesse.
(di Camilla Di Paola)