Linkiesta: “Gli immigrati di seconda generazione votano Lega e Casapound”

Il luogo comune dell’immigrato che si affida alle forze progressiste perché spaventato dai programmi dei movimenti cosiddetti “populisti” sembra schiantarsi con una riflessione condotta da Linkiesta.it sulle intenzioni di voto dei neo-italiani di seconda generazione.

Ne hanno intervistati alcuni. Di costoro, un volto noto, che ha fatto lunghe battaglie contro lo Ius Soli sia in TV che sui Social network è sicuramente Paolo Diop. Italo-senegalese, nazionalista, è militante del Movimento Nazionale per la Sovranità.

Incubo degli immigrazionisti, restano famosi i suoi post su Facebook dove “grida ancora più forte, in qualità di nuovo cittadino italiano, la necessità di fermare questa insensata politica di accoglienza che non porta benefici a nessuno. Dice basta alle ipocrisie, alle teorie strampalate su una presunta integrazione che non può arrivare in questo modo”.

Ma non è un caso isolato. Dagli attivisti della Lega a trazione lepenista fino a CasaPound c’è un filo comune. O, più precisamente, il desiderio di sentirsi veramente italiani. È l’identità la questione principale. I loro discorsi sono solo di buon senso.

Condividono i pensieri di Matteo Salvini sulla necessità di abolire la legge Fornero, l’obiettivo di non essere più asserviti all’Europa e di fermare l’immigrazione clandestina. A differenza di Laura Boldrini ed Emma Bonino, guardano con occhio critico la situazione attuale: c’è poco da offrire ai nostri italiani, figurarsi a tutti quei disperati che arrivano dalla Libia.

Difendono, addirittura, l’uscita di Attilio Fontana sulla razza bianca. Loro si sentono fieri di discendere dalla loro etnia, e rivendicano il diritto ad altri.

Josef Lushi, nato a Perugia 18 anni fa, ha dichiarato: “Mi è spiaciuto che abbia rinnegato le sue parole. Io discendo da popoli diversi: dal popolo illirico islamizzato dagli ottomani in Albania, da mia madre ecuadoriana con origini anglosassoni. E sono fiero di esserlo. Così come sono fiero, anzi fierissimo di essere nato in Italia. Nel paese più grandioso del mondo, culla della civiltà mondiale. Perciò mi definisco italiano, patriota e credente”.

Questi casi, tuttavia, non vogliono ignorare quelli che guardano al centrosinistra con simpatia, quanto più far notare come chi ha conquistato la cittadinanza con sudore, fatica e sacrifici voglia tutelarsi da scomodi migranti, definiti intrusi, che possono metterli in cattiva luce in un clima tesissimo come questo. Come? Dichiarandosi patrioti, nazionalisti, sovranisti. La strada giusta.

(di Davide Pellegrino)