Giappone: l’imperatore abdica. Un evento di portata storica

In seguito a una riunione straordinaria del parlamento giapponese, il premier Shinzo Abe ha dichiarato che l’Imperatore Akihito abdicherà il 30 aprile 2019 in favore di suo figlio, il principe Naruhito. Abe, durante il confronto con la stampa, si è mostrato commosso ed emozionato e ha aggiunto che
“Il governo farà ogni sforzo per assicurare che il popolo giapponese possa celebrare l’abdicazione dell’imperatore e la successione del principe coronato”.

L’Imperatore aveva da tempo espresso, anche se indirettamente, la volontà di abdicare per motivi di salute ma, per l’impossibilità di trattare questioni politiche, gli era impossibile prendere una decisione in merito; la situazione è cambiata con una legge ad hoc approvata pochi mesi fa dal parlamento nipponico. Noi occidentali non possiamo capire la portata storica ed emotiva di questo avvenimento, non possiamo comprendere l’importanza che, tutt’oggi, l’Imperatore riveste per il popolo giapponese.

Dopo oltre duecento anni, un’Imperatore del Sol Levante rinuncia volontariamente al suo titolo. Akihito sale al potere nel 1989 con la morte di suo padre Hirohito, Imperatore durante la seconda guerra mondiale, il cui titolo verrà ridotto in senso puramente rappresentativo e formale a causa della sconfitta.

Akihito sin dai primi tempi della sua reggenza, si è impegnato a cancellare le distanze tra Imperatore e popolo, si ricorda la storica visita in Cina del 1992 nella quale si scusò pubblicamente per le guerre sino-giapponesi. L’abdicazione avviene in un momento delicato, dal punto di vista culturale e politico, per il Giappone; Abe, riconfermato presidente con le scorse elezioni, sta conducendo una politica che da anni punta alla riscoperta di un tradizionalismo giapponese e dell’identità nazionale. Da questo punto di vista, l’Imperatore è un simbolo chiave e per tale motivo il premier ha spiegato come l’investitura del principe Naruhito nel 2019 vada vista in chiave di continuità e di conseguenza celebrata come un evento di portata storica.

(di Antonio Pellegrino)