Il Tramonto della Destra e della Sinistra, convegno a Roma

Martedì 7 novembre c’è stato un importante appuntamento a Roma con Marcello Veneziani, Fausto Bertinotti e Dino Cofrancesco. Il convegno dal titolo “Il Tramonto della Destra e della Sinistra” verteva su un passaggio epocale, quello attuale, basato sulla chiusura di alcuni cicli storici ovvero il collasso della modernità e il tramonto di cinque mondi.

Questi mondi sono: il comunismo, che a cent’anni dalla rivoluzione si interroga su lasciti ed eredi; l’occidente che affronta, a cent’anni dalla Grande Guerra, l’Unione Europea; la cristianità che narra il crepuscolo della fede e della civiltà spegnendosi sotto i riflettori puntati sul Papa “rivoluzionario”; la destra che realizza il passaggio da una visione verticale al populismo e che affronta la sua eredità da salvare; la democrazia che si interroga invece sullo schiacciamento tra il privato e il globale, soffocata dalle oligarchie e dispersa dalle fughe di massa.

Il convegno è stato introdotto da Francesco Giubilei della rivista Nazione Futura e moderato da Daniele Scalea del Machiavelli – Centro Studi Politici e Strategici. Dei relatori è Fausto Bertinotti ad aprire, parlando appunto del coincidere di tutte queste fasi. Per il Presidente, il fatto che questa chiusura coinvolga anche il Cristianesimo ha un significato profondo che va molto oltre la nostra comprensione. Si crea infatti, una sorta di “vuoto” palpabile nella vita stessa delle persone.

Bertinotti viene tirato in ballo anche per il centenario della Rivoluzione d’Ottobre. E oltre i distinguo fatti tra il comunismo ideale e quello reale, mette in luce come storicamente l’esperienza sovietica, nacque anche grazie all’”imprevisto”. Tale era, infatti, per l’aristocrazia zarista, per le classi dirigenti d’Europa e per gli stessi capi bolscevichi che non erano neanche in Patria.

Così venendo alla questione del capitalismo finanziario, della sua politica fortemente totalizzante e che va in contro alla modifica antropologica, Bertinotti si chiede se un altro “imprevisto” possa salvarci dall’Apocalisse.

Brevemente accenniamo anche all’intervento di Cofrancesco. Il prof. liberale ribadisce l’importanza delle istituzioni e ciò nonostante che la democrazia sia sotto attacco e da diversi fronti, a cominciare dalle forme di liberalismo più o meno degenerate. Inoltre definisce l’importanza del Risorgimento e, al di là dei fatti poco gradevoli, dell’Unità d’Italia. Cofrancesco, infatti, afferma che nonostante tutto l’élite meridionale aveva desiderato l’intervento nella vita pubblica della classe dirigente settentrionale, onde evitare la padronanza delle mafie.

Ultimo intervento quello di Marcello Veneziani che presenta la sua ultima fatica “Tramonti”, dove, appunto, descrive tutti i processi sopracitati. Veneziani analizza brevemente la categoria imperante dell’”odierno”. Egli stesso la definisce così, per differenziarla da “moderno” e “post-moderno”, in quanto meglio rappresenta una massa di individui schiacciata esclusivamente sull’ “oggi”. Ciò a testimonianza dell’ “assenza di capacità” di “prospettiva” e di “recupero del passato”. A sostenere, inoltre, questa “assenza di capacità”, il mondo della tecnologia e del digitale, che pur avendo la sua utilità, distoglie ancor di più dall’elaborazione del pensiero. Tra le altre, infatti, si legge molto poco, svogliatamente e senza un vero percorso logico.

Sempre tornando al discorso sulle istituzioni, Veneziani auspica una casa comune delle forze conservatrici e genericamente di destra. Essa per quanto sgangherata possa essere, rappresenterebbe comunque un punto di riferimento. Infine l’intellettuale pugliese descrive la situazione anche nel fronte opposto, sintetizzando il passaggio concettuale nella dicitura PCI-PC ovvero da Partico Comunista a Politicamente Corretto.

(di Roberto Siconolfi)