L’attendismo di Carles Puidgemont gioca tutto a favore di Madrid

La breve, farlocca e timorosa dichiarazione d’indipendenza di Carles Puidgemont pone Madrid in posizione di assoluta forza e ferreo controllo della situazione. E’ probabile una risposta ancora più repressiva, alla stregua di quanto fatto nel 2010 con l’abolizione dello Estatut siglato dal governo Zapatero nel 2006. Oppure assumere una strategia più di basso profilo e lasciare che il tempo faccia il suo corso. I

l governo Rajoy deve solo aspettare che le imprese, gli istituti di credito e le grandi multinazionali continuino a spostare le loro sedi legali dalla Catalogna alle altre regioni, dopodiché, visti i tentennamenti della Generalitat de Catalunya per non rischiare quindici anni di galera, può decidere di chiudere le frontiere con la repubblica che si formerà e rendere invalidi tutti i passaporti catalani i quali, dal giorno e la notte, si ritroverebbero fuori dal mercato unico, da Shengen, oggetto di sanzioni e con delle forze armate – i Mossos d’Esquadra – completamente inette, come stanno a dimostrare gli attentati di Barcellona il 17 agosto c.a.

Nel panorama indipendentista, il referendum scozzese deve aver ubriacato diverse popolazioni e fatto reputare loro che l’affrancamento di una entità microterritoriale dal governo centrale avvenisse unicamente tramite consultazione popolare. Ma fu un’eccezione, dovuta all’astuzia di David Cameron nel siglare accordi in precedenza. I catalani avranno tutto il tempo di pensare all’arroganza mostrata, il tutto mentre Madrid attuerà, a norma di legge, per la prima volta dalla fine del regime del Caudillo, l’articolo 155 della Costituzione, che le permetterà di controllare le finanze della Generalitat, dare ordini, assumere il controllo dei dipartimenti, licenziare all’interno della pubblica amministrazione e sciogliere il Parlamento.

(di Davide Pellegrino)