Buon compleanno, presidente Assad!

Sei anni e mezzo esatti sono passati dall’inizio dell’aggressione imperialista ai danni di Bashar al-Assad.

I suoi acerrimi nemici, coloro che lo vogliono morto – da Barack Obama ad Hillary Clinton finendo con David Cameron, Francois Hollande, Greta, Vanessa, Gabriele Del Grande, l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, i White Helmets e altri – sono tutti scomparsi dalle scene e saranno relegati nella pattumiera della storia dove rimarranno in eterno.

Lui, al contrario, la sta facendo. L’uomo più controverso al mondo, il mite oftalmologo dalla stretta di mano debole e dalla voce sibillina, il presidente più discusso, obiettivo ideale dell’ISIS, dei “ribelli moderati” e delle petrolmonarchie wahhabite abita ancora oggi in un quartiere residenziale di Damasco e, da assediato in procinto di cadere, ha finito per diventare dominatore assoluto dello scenario bellico grazie alla tenacia dei suoi uomini e alla sua astuzia nel leggere gli eventi.

Da Aleppo, a Palmira, passando per Homs, Darayya e finendo con Deir el-Zor, quella del Leone di Damasco è una storia di resistenza destinata a rimanere indelebile per molti anni.

Se, oggi, in quelle città, una volta vittime dell’oscurantismo takfiro-salafita, si è tornati ad una vita normale, a festeggiare persino il Natale e ad uscire di casa senza la paura di venire tranciati da un colpo di mortaio è solo merito suo. Buoni 52 anni, Presidente, con stima.

(di Davide Pellegrino)