Ghetti e attentati: ecco, Giannini, la tua Europa dell’Erasmus

Fare l’Erasmus di questi tempi, con schiere di folli integralisti che imperversano per l’Europa, si sa, crea più di qualche preoccupazione. In tal senso va inserita la sentita lettera di Massimo Giannini rivolta alla figlia, pubblicata su Repubblica.

Un testo che invita tutti i giovani a non aver timore, a proseguire imperterriti il nostro stile di vita e a non farci travolgere dalla paura instillataci da chi vuole abbattere il sogno di un’Europa (e magari un mondo) multiculturale, senza frontiere e confini.

Al di là delle belle parole, giusto un filino retoriche, e del parziale sogno di qualcuno spacciato per verità assoluta, qualche raccomandazione in più, per chi parte, va forse fatta.

Non fatevi fermare dalla paura, certo, ma state attenti, quando arriverete nella capitale francese o in Svezia, in Germania o in qualunque altra meta. È un mondo pieno di insidie il bel mondo senza frontiere. C’è gente che, sapete, di integrazione non ne vuole proprio sentir parlare.

Allora occhio, e non solo a possibili attentatori, che ormai colpiscono con ritmo settimanale, ma anche alle banlieue parigine, alle “sharia controlled zone“, ai quartieri ghetto disseminati in Francia, Regno Unito, Germania, Olanda, Svezia; dove il crimine regna, la nostra cultura e la nostra legge non hanno alcun valore e la polizia fatica anche solo ad entrare.

La grande madre Europa che andrete a vivere ha purtroppo, stendendo sull’economia e sulle opportunità di lavoro per i giovani un velo pietoso, più di qualche problemino legato alla sicurezza e all’incapacità di trovare misure adeguate per rispondere, seppur sia sostanzialmente impossibile nel breve periodo, almeno nel lungo, alle minacce che le rivolgono.

Sarà un figlio del mondo come voi a dovervi far paura, e sarà sempre lui a poter girare senza controlli per l’Europa, proprio come voi. Fate attenzione e perdonatelo se non è integrato; non è in fondo, ce lo insegnano i nostri media, nemmeno colpa sua, ma dell’esclusione sociale.

Continuate invece a sperare che integrato lo diventi magicamente, che non esistano differenze profonde e inconcialibili tra alcune culture e che ammassare numeri sproporzionati e incontrollati di persone con visioni del mondo totalmente agli antipodi nello stesso posto non crei caos.

Non date peso ai problemi sociali del multiculturalismo, che emergono prepotentemente oggi con gli scontri razziali negli USA e con le “no gone zone” europee; non sono un problema fisiologico di questo modello di società ma probabilmente il frutto di qualche seminatore d’odio che si diverte a creare conflitti.

Continuate a credere dunque nell’Europa che ci salverà, contro il “fascismo” di chi nega la visione “cosmopolita” del mondo, di chi vuole controlli, regole e attenzione. Continuate a credere che basteranno belle parole, retorica e qualche gessetto colorato, sperando nel frattempo di porter tornare a casa e di non dover accendere troppi ceri e cantare troppe volte “Imagine”.

(di Simone De Rosa)