Barcellona: a febbraio Welcome Refugees, ad agosto Welcome Terrorists

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Un veicolo, una strada pubblica (a volte pedonale), una folle corsa, persone investite, morti. Poi la frase standard ripetuta in seguito, qualcosa del tipo: “L’attentatore è però un caso isolato, un depresso della società occidentale poco accogliente, un risultato del nostro egoismo.”

Se chiedessi a 100 persone a cosa si riferisca questo attacco, 98 indovinerebbero citando il terrorismo: le altre due, probabilmente, ciarlerebbero a caso di resistenza al fascismo. Qualcuno dopo l’attentato simile avvenuto a Londra aveva pure detto: “Festeggiamo, è un cane sciolto!”. Nel frattempo i quadrupedi liberi si moltiplicano e le frequenze di questi incidenti pure.

Sarò molto diretto: la sensazione di essere circondati da cretini è decisamente preponderante in queste ore. Non che non ce ne fossimo accorti prima, ma osservare per tre anni di fila sempre le stesse cose, ripetute con una frequenza crescente, e dovervi ribattere confermando ogni volta, senza eccezioni, le proprie ragioni, è disarmante.

Parliamo di Germania, Francia, Belgio, oppure Inghilterra? Macché, c’è un esordiente nel nostro macabro gioco al massacro, e si chiama Spagna, costa orientale, città: Barcellona.

La modalità dell’attacco è ormai talmente sdoganata da essere un cliché: veicolo, gente investita, morti. Come dicevamo nell’attacco “a sorpresa”.

Avviene nella stessa città dove nel febbraio del 2017 si faceva la prima “marcia per i migranti”, leggasi la cosa più stupida che potesse mai essere concepita da mente umana: un tripudio di “Open the fucking borders!” insieme all’ormai popolare “Welcome refugees”.

Barcellona: a febbraio Welcome Refugees, ad agosto Welcome Terrorists

Ada Colau, “sindaca” del capoluogo catalano, è la promotrice: guarda caso la posizione politica è tipicamente sinistrorsa liberal-progressista. Si parla di Barcelona en Comù, una lista guazzabuglio candidatasi al municipio con successo nel 2015. Dentro c’è di tutto: Podemos, Izquierda Unida e semicoltume vario.

Barcellona: a febbraio Welcome Refugees, ad agosto Welcome Terrorists

Giusto per rimembrare agli anti-italiani di ogni sesso ed età che non abbiamo il primato dell’imbecillità, ma in questo caso quello di imitazione. Milano infatti ha replicato a maggio.

Il circuito è sempre lo stesso, le risposte idiote idem: “l’attentatore non è immigrato, ma cittadino francese, tedesco, britannico”. Ma l’origine è sempre uguale. Niente, mura. Non si capisce proprio che regalando cittadinanze a mondi così diversi e possibilmente ostili al nostro, si producono anche alcuni potenziali terroristi per il futuro.

Ora, Driss Oukabir non è “cittadino spagnolo” ma “cittadino francese”, con tutte – ma proprio tutte – le virgolette del caso. Origine magrebina, figlio di immigrati, la cultura – care mura – è quella.

A Barcellona a febbraio 2017 si marcia per i “nuovi spagnoli”. Mesi dopo un “nuovo francese”, giusto per infierire sui risultati brillantissimi di questa politica pluridecennale, fa una strage. Complimenti.

Speriamo di non dover seguire l’esempio. Il multiculturalismo mostra ogni giorno di più il suo lato umano: buono, cattivo? Non lo so. Certamente, stupido.

(di Stelio Fergola)

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