Teoria gender, la falsificazione della natura sessuale

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L’era nella quale ci apprestiamo ad entrare è sempre più caratterizzata dal transumanesimo. In questa categoria comprendiamo tutti quei processi di modifica della struttura neuro-vegetativa, oltre che spirituale, dell’Uomo. L’avvento della Industria 4.0 lancia sempre più la figura del “Cyborg” come “soggetto vero e proprio” col quale fare i conti. Inoltre, per l’essere umano sono in atto processi di svilimento antropologico che ne riducono sempre più le capacità intellettive, come l’abuso della tecnologia telematica. In questo meccanismo di “appiattimento verso il basso” delle potenziali qualità umane –in sostanza l’esatto contrario dell’Oltreuomo di Nietzsche– rientrano anche i processi di degradazione “tecnica” delle caratteristiche sessuali. Il prodotto di questa “evoluzione” per la quale si spinge è l’”androgino”.

Con questo termine intendiamo un essere adatto a processi di ultra-sfruttamento lavorativo –senza più tempo per legami affettivi, familiari e in concorrenza con gli immigrati– e incapace di sviluppare le proprie caratteristiche identitarie, nelle quali rientra la sfera sessuale. In molti nella storia si sono imbattuti nella questione della sessualità. In generale, possiamo dire che essa è una precisa polarizzazione con la quale la natura assicura la continuazione della vita e l’Uomo arricchisce la propria sfera spirituale. Uscendo dalla sfera prettamente biologica annoveriamo le ricerche sulla questione del Maschile e del Femminile di Carl Gustav Jung. Egli identifica, grazie alle ricerche psicoanalitiche, questi due principi con Animus e Anima che sono, in sintesi, la componente logico-razionale –il Maschile– e quella percettivo-emozionale, il Femminile. Su queste due parti anche Rudolf Steiner -attraverso gli strumenti dell’antroposofia- si è interrogato sulle loro caratteristiche e le ha denominate Spirito ed Anima. In Julius Evola poi il sesso è dotato di una propria metafisica, ed egli vedeva nello Spirito –il Maschile– un elemento di tipo “superiore” per determinate prerogative della persona. Tuttavia Evola sosteneva che “la Femmina pienamente realizzata in Sé, è un essere superiore al Maschio non pienamente realizzato”. Tutto questo dibattito ha animato parte della conoscenza di inizio novecento, dalla quale si darà vita ad una lunga diatriba in letteratura e in filosofia sulla prevalenza dell’uno o dell’altro lato: tra i sostenitori del Maschile come Evola e i sostenitori del Femminino Sacro come Rosenberg, Bergmann o Klages – di quest’ultimo celebre l’asserzione “lo spirito, il peggior nemico dell’anima”.

Ora immaginiamo bene, grazie a questo brevissimo quadro, che tutto questo patrimonio di conoscenze debba essere manomesso e malinterpretato dagli “apostoli delle più abbrutite concezioni sulla sessualità che la specie umana avesse mai partorito”. Questo è, a tutti gli effetti, il cappello di presentazione della questione Gender e della sua smembrante ideologia di fondo. Se il Maschile e il Femminile sono due parti ben precise –che costituiscono i fluidi essenziali interni ed esterni all’individuo determinandone la fisica attrattiva– che senso ha forzare e certificare una capillarità di modelli, ai quali poi con sapienti politiche di rieducazione bisogna uniformarsi? Sulla questione Gender si è espresso l’intellettuale francese Alain de Benoist. Per questi la suddetta ideologia va a pervertire il naturale percorso che esiste tra le tre sfere di “sesso biologico”, “sessualità” e “molteplicità delle pratiche sessuali”. Andando a vedere le motivazioni alla base della teoria Gender -sviluppi del femminismo intersezionale– de Benoist mette in luce che, nonostante diverse composizioni siano possibili, sia presente anche una normale catena gerarchica tra le tre sfere indicate. Per cui si può essere di sesso femminile ed avere una sessualità maschile, pur tuttavia il sesso biologico rimane sempre femminile. D’altro canto si può essere maschi e trovare soddisfazione in “particolari” pratiche, tuttavia il sesso biologico è sempre maschile. In questa semplice riflessione, cadono di un sol colpo tutte le presunte bandiere di libertà agitate dai gruppi LGBT. La verità sostanziale è che questa teoria va proprio ad attaccare la sessualità, creando quest’unico calderone magmatico e pieno di momentanee autocertificazioni sessuali degne di un supermercato. A trionfare alla fine è l’”identico” – “essere tante cose per non essere nulla” – e la mercificazione/annullamento delle qualità sessuali dell’individuo. Quest’ultimo punto per de Benoist ricalca il puritanesimo ancestrale, dove se nella Bibbia i sessi erano coperti perché “non si poteva vedere”, ora lo sono perché “non c’è più nulla da vedere”.

A tutto ciò la riflessione va poi estesa al campo prettamente pratico. Già sono state diffuse direttive dell’OMS alle scuole riguardo quella che è a tutti gli effetti una “rieducazione sessuale”, dove si insegna, a pochi anni, cos’è la masturbazione e la normalità omosessuale. La pappardella è la solita: viene presentato come l’affermarsi di “diritti e informazione” in materia sessuale ciò che è “obbligo e diversione informativa”. La questione è simile allo “Ius Soli” o ad altri presunti diritti come la “legalizzazione della cannabis”, presentati come grandi conquiste di civiltà. In realtà, basterebbe pensare perché mai il blocco di potere che li promuove dovrebbe attuare provvedimenti a favore degli individui. E infine, bisognerebbe andare a vedere questi “diritti” come si concretizzano, perché e da chi sono promossi. Nel caso del Gender inoltre le direttive che si prestano ad entrare a gamba tesa nelle scuole assumono tinte prettamente lucubri. Nella storia è stato il Terzo Reich a organizzare forme di rieducazione sessuale così totalizzanti, anche se non in queste determinate forme demoniche. E questo è un altro principio che agli alfieri delle presunte libertà va ribaltato contro. Una riflessione più precisa la possiamo fare anche sulla questione “diritti dei gay”, andando a sfatare quello che è divenuto un vero e proprio tabù del mondo occidentale. Rimanendo sul caso italiano, i diritti per gli omosessuali già esistono, così come sanciti da Costituzione e dai codici legali. Tra l’altro l’Italia viene da una tradizione legislativa di tutto rispetto, e la costituzione stessa è fondata per sua natura su principi che assicurano libertà e dignità a qualunque forma espressiva dell’essere. Anche in questo caso, il paradigma va completamente rovesciato. Infatti, tenendo presente le riflessioni di de Benoist fatte sopra, la discriminazione sessuale viene già punita, visto che il sesso biologico è sempre maschile o femminile. Oltre a ciò vanno “aggiornate e attuate” determinate disposizioni come quella sull’omofobia “effettiva” o su alcuni particolari diritti, e già la legislazione si è mossa nella maggior parte dei casi. Interessanti, sulla questione omosessualità sono le ricerche psicoanalitiche del prof. Corrado Malanga, le quali razionalizzerebbero definitivamente la cosa, eliminando quindi le possibili forzature sia in senso omosessista che omofobo. Tenendo conto che il Maschile e il Femminile sono 2 parti presenti nell’individuo che hanno una specifica localizzazione nella mente – una nel lobo sinistro e l’altra in quello destro – per l’omosessuale, come nel mancino, queste 2 parti sono semplicemente invertite di posto. Di conseguenza la vera omosessualità parte dalla naturalezza stessa dell’essere e non ha bisogno di codici legali e ostentazioni di “orgoglio” a fini di conformismo modaiolo. Stabilito questo, quindi, il resto è “bassa realizzazione identitaria confusa in omosessualità”.

Le riflessioni fatte dovrebbero aiutare alla comprensione delle cose tenendo conto dei vari punti di vista. In generale, bisogna tenere alta la guardia sia verso le seduzioni dei falsi profeti del nuovo ordine mondiale –passate come diritti– sia verso gli atteggiamenti di chiusura a prescindere riguardo la sessualità. La millenaria Tradizione europea –prosecuzione di altre civiltà– si è già interrogata su tutti gli aspetti legati alla metafisica del sesso e non ha bisogno né di prendere lezioni né di far manomettere il proprio bagaglio di conoscenze ad annichilenti entità sgradite come le “élite mondialiste”.

(Di Roberto Siconolfi)

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