PD: débâcle clamorosa

È durissima la botta incassata alle elezioni amministrative dal centrosinistra: di 14 grandi comuni precedentemente amministrati, infatti, riesce a mantenerne solo 4. Il centrodestra, dal canto suo, sembra invece aver trovato nuova linfa (almeno sul piano locale) e, spinto da una vera e propria ondata di vittorie, si porta a casa 15 grandi comuni (di cui 6 già suoi).


Clamorose sono le sconfitte dem in roccheforti storiche come la Liguria o come la più piccola Sesto San Giovanni, la “Stalingrado d’Italia”, amministrata, prima d’oggi, dalle forze di sinistra da ben 72 anni.

Giorni di riflessione dunque in casa PD, un partito che paga la sempre più forte astrazione dal contesto di vita reale del Paese e che non sembra avere altri interessi se non i diritti delle minoranze e la retorica dell’Italia accogliente, che si tramuta sostanzialmente in immigrazione selvaggia e ius soli vari.

Le assurde priorità del centrosinistra, completamente dimenticatosi dei diritti sociali e del lavoro, sono costate al partito del Nazareno una mazzata non indifferente, che evidenzia un trend costantemente sempre più negativo e che, nonostante si parli di elezioni amministrative, inizia ad avere una coerenza di risultati preoccupante. Che sia ora di piantarla di parlare di “populismo” e “razzismo” e ci si renda conto che c’è un Paese che non può vivere di retorica progressista?

Per la vecchia legge del “tra i due litiganti il terzo gode” invece, mentre PD e 5 stelle si attaccano quotidianamente per i più vari motivi, si registra il boom del centrodestra, da tutti dato per morto, ma a quanto pare vivo, vegeto e pronto a portarsi a casa il piatto grosso.

Certo l’alleanza sul piano locale non è così facile da replicare su quello nazionale. Nonostante la vittoria dunque una riflessione deve attraversare anche loro: come deve essere il nuovo centrodestra? Chi ne sarà il leader? E chi sarà trainante, la destra salviniana o i moderati di Berlusconi? Analisi politiche che sicuramente si faranno in questi giorni.

Il dato vero però resta uno solo: i cittadini danno ancora una volta un segnale forte, in una direzione che indica il bisogno di risposte immediate e concrete. A testimoniarlo un’inversione di tendenza clamorosa e un dato di astensione intorno al 50% che relega sempre più le discussioni della politica a quelle di un circoletto elitario.

(di Simone De Rosa)