Ius soli, ultimo atto prima di morire

L’Italia è sempre stato un Paese di “centrodestra“, il voto alle amministrative non è certo una novità in tal senso. Semmai c’è da chiedersi quanto durerà ancora. È molto probabile che siamo prossimi a una svolta, alla fine della realizzazione di un progetto che dura da decenni per smuovere questa più o meno costante storica, che tanto per cambiare coinvolge l’immigrazione.

È dagli anni Novanta che da sinistra ci provano, è dagli anni Novanta che spingono sull’accelleratore, ora il momento è propizio, nonostante gli scandali, nonostante perfino la Libia, e non certo le cattivissime Lega o CPI, sgami tutto lo sgamabile (i soliti Santi del mare, infatti, attendono sulle coste africane di caricare nuova “merce” che poi dicono di salvare).

Sono sbarcati più di 800mila clandestini dal 2011 ad oggi, qualche milione dai tempi delle crisi in Somalia e Rwanda. Rendetevi conto che dopodomani, a ius soli approvato, si può iniziare tranquillamente una procreazione folle che creerebbe, di botto, senza possibilità di resistenza, centinaia di migliaia di cittadinanze regalate così, all’improvviso. Con i milioni di disoccupati italiani a dover subire l’inesistenza di uno Stato che dovrebbe tutelarli.

Centinaia di migliaia di cittadini aggratis che avranno un solo referente storico, una parte politica che più di ogni altra spinge da quasi 30 anni per importare profughi: la sinistra italiana. Proprio quella minoranza storica che mai è riuscita nell’impresa di capovolgere le tendenze che si proclamerà fonte di nascita dei futuri neri o arabi “italiani”.

Quanto sta per succedere è l’apoteosi di tutto il male che si prova per l’Italia. Non è solo qualcosa di brutto di per sé, ma anche di profondamente subdolo. E di definitivo, perché stavolta non c’è più modo di tornare indietro. Stiamo morendo, ma chi dà la colpa ai cittadini (che continuano ad appoggiare questi criminali, anche senza volerlo) è miope: essi sono semplicemente il frutto di un’educazione monolitica che dura da troppi decenni. E ci sta portando alla ormai più che prevedibile estinzione.

(di Stelio Fergola)