Macron, quando la politica è mera seduzione

La società post-moderna è stata definita dal filosofo francese Gilles Lipovetsky come “seduttrice”. La seduzione, ovvero la capacità di assuefare i cittadini propria di tale sistema capitalistico liberal-democratico, è in effetti una delle caratteristiche più importanti che connotano il sistema stesso, ed è, probabilmente, il maggior pilastro sul quale poggia la sua relativa stabilità.

La seduzione che esso esercita sulle masse, infatti, riesce a supplire la sostanziale mancanza di valori assoluti che caratterizza la nostra era. Viviamo nell’età del vuoto, ma alla gente non importa. Non c’è più alcuna tragicità derivante dalla “morte di Dio”, perché l’individuo, nella società post-moderna, è fondamentalmente indolente, apatico, e, in quanto tale, facilmente controllabile e manipolabile. Ed è così che l’Europeo ha perso ogni velleità di sentirsi parte di una civiltà e di una identità millenaria, e non si oppone alla sua progressiva scomparsa.

Ma, proprio perché privato della capacità di vivere in funzione di un ideale o valore trascendente, per quanto apatico, l’uomo post-moderno è costantemente vulnerabile al sentimentalismo più superficiale, nel tentativo disperato di riempire il senso del nulla che cova dentro. Tutto quindi diventa materia di seduzione, ovvero di assuefazione: i talk show, la cronaca nera, la cronaca rosa, i gossip, i reality show, la pubblicità. Ma c’è un settore in cui la seduzione acquista ancora più importanza: quello della politica.

E Macron, il vincitore delle presidenziali francesi, è l’incarnazione del politico-seduttore. Giovane, di bell’aspetto, sembra in effetti, visto esteriormente, l’uomo del cambiamento e del rinnovamento della vecchia classe politica. Ma del resto anche i media, che ovviamente hanno sempre un ruolo fondamentale nell’appoggiare il candidato del sistema, hanno contribuito a circondare Macron dell’aura del seduttore.

Ed è così che i legami di Macron con i Rothschild e il mondo della finanza passano in secondo piano, così come anche il suo passato ruolo di ministro dell’economia (non certo di successo) di Hollande, a prova che Emmanuel di fatto non rappresenta alcun cambiamento.

In primo piano, invece, figura la sua vita privata, romanzata così come fu quella di Obama: la relazione con la sua professoressa del liceo, che una volta sarebbe stata considerata scandalosa pedofilia, è stata dipinta come una romantica storia d’amore degna di un romanzo per adolescenti di infimo valore letterario, capace di commuovere tutti, dai laureati alle donne borghesi di mezza età più frivole (alle quali i laureati vorrebbero togliere il diritto di voto, tra parentesi).

Insomma, abbiamo compreso cosa significa essere un politico-seduttore: ammaliare le folle con il proprio fascino (che sia effettivo o solo dipinto e costruito poco importa), e non con il proprio programma politico.

Ed è così che, seducendo le masse, il politico-seduttore può, sorridendo, togliere loro sempre più diritti sociali e benessere, riuscendo addirittura a venire acclamato. Questo è il programma di Macron: una politica neoliberista di riduzione del deficit tramite tagli alla spesa pubblica e allo stato sociale, il tutto al servizio dei tecnocrati di Bruxelles e a scapito delle classi medie e degli operai.

Insomma, un Mario Monti d’oltralpe, ma più vendibile alle masse: il fascino discreto della tecnocrazia di Bruxelles.

(di Riccardo Calabretta)