Caso ONG, l’ipocrisia e le contraddizioni dei progressisti

I «progressisti» e «liberaldemocratici» di questo Paese stanno dando ampia dimostrazione di tutta la loro sterminata malafede e ipocrisia. Per almeno vent’anni hanno sostenuto, senza battere ciglio, la grande casta dei Magistrati, hanno accolto tra le loro fila gli ex di Magistratura Democratica, usato ogni di mezzo – dalle intercettazioni fino al più subdolo escamotage, vedi il caso Ruby – per denigrare l’avversario politico.

Ora un procuratore, nella fattispecie il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, che non è né un santo né un eroe, ma semplicemente un professionista interpellato su un tema quale quello dell’immigrazione e il presunto rapporto tra ONG e scafisti, e che dovrebbe essere messo nelle condizioni di fare il proprio mestiere, viene messo alla gogna e diffamato da questi sinceri democratici, pronti a difendere chi i propri interessi, chi l’estremismo dell’ideologia globalista qui messa in discussione: l’opinione pubblica liberal, che non ammette il dissenso né alcun tipo di dialettica, salvo dare patenti di «antifascismo», o di «populismo», ha spinto il CSM a intervenire. Zuccaro sarà ascoltato dalla commissione disciplinare. Poi dal Parlamento. Salvo miracoli, verrà messo da parte.

Noi, al contrario di altri, non abbiamo certezze, ma tanti e legittimi dubbi, che un’inchiesta seria dovrebbe evidenziare: ma la reazione isterica delle ONG, ben diversa da quella di chi ha la coscienza a posto, ci fa pensare che si sia toccato un tasto dolente e allora i nostri dubbi cominciano a diventare certezze. C’era già stato il video di Luca Donadel; poi le accuse di «Frontex». Come riporta «Avvenire» in questo pezzo del dicembre scorso, «nel rapporto che Frontex ha condiviso con i membri europei il mese scorso, si spiega che ai migranti verrebbero date “chiare istruzioni prima della partenza sulla direzione da seguire per raggiungere le imbarcazioni delle Ong”.

In aggiunta, settimana scorsa, l’agenzia Ue ha scritto che si tratta del “primo caso in cui le organizzazioni criminali hanno trafficato i migranti direttamente sull’imbarcazione di una ong». Non è bastato. Ora tocca a Zuccaro, che dovrà vedersela con potentati pronti a insabbiare la verità, un’opinione pubblica miope e in malafede e una stampa in larga parte compiacente.

Da parte nostra, dunque, piena e convinta solidarietà al procuratore Zuccaro, nella convinzione che il tempo è galantuomo. Anche se vincerete questa battaglia, cari benpensanti, sappiate che pagherete tutto. Pagherete caro.

(di Roberto Vivaldelli)