Perché l’Italia deve sostenere Donald Trump

«Occorre trovare un accordo con la Russia per ridurre gli arsenali nucleari. Ci sono delle sanzioni nei loro confronti, ma è arrivato il momento di fare un accordo»

Donald Trump vuole normalizzare i rapporti con la Russia e con il Presidente Vladimir Putin, scacciando l’incubo di una nuova Gredda Fredda voluta dall’asse neo-con/democratica e da alcuni centri di potere che fanno capo all’establishment degli Stati Uniti (Cia in primis). Da qui si intuisce tutta l’isteria anti-Trump ancor prima che il neo-presidente abbia preso le redini del potere.
Questo cambio di paradigma immaginato è voluto allo scopo di rompere l’asse commerciale Russia-Cina. Ma il dato importante è un altro, in un prospettiva azionale: il ritiro parziale o totale delle sanzioni alla Russia gioverebbe non poco all’Italia dopo gli oltre 3,6 miliardi di euro andati in fumo e rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per il nostro export, già in grande difficoltà.

Non sarà affatto facile per Trump portare avanti questo piano. L’establishment e l’asse neo-con/democratica farà di tutto per screditarlo e impedirgli di governare. Come afferma il dr. Paul Craig Roberts in un recente articolo pubblicato su Counterpunch, “nulla parla più chiaro di quel diavolo sfrenato dell’Establishment USA e della sua volontà di rischiare un conflitto con la Russia pur di non mollare il potere ed il proprio tornaconto. Ma dov’è la coscienza morale della sinistra liberale? Per quale motivo questa sinistra-liberale sta aiutando il complesso militare e il Security pur di delegittimare Trump e di incastrarlo in modo che la sua agenda sia già morta in partenza e che la guerra termo-nucleare rimanga comunque una possibilità?”.

«L’UE? Un veicolo per la Germania»

Donald Trump, che ha scalato dall’esterno il Partito Repubblicano, rappresenta una minaccia per l’èlite globalista, anche in Europa. Su questo piano, le tensioni con la Germania, che nell’Unione Europea ha assunto un ruolo egemone, non sono nuove.  Se, da una parte, il neo-presidente vuole marginalizzare la Cina e instaurare un asse con la Federazione Russa, dall’altra vuole ridimensionare il ruolo di Angela Merkel e della Germania.

Il Motivo? Soprattutto commerciale, come spiega Matthew Lynn su MarketWatch. «Quando Trump parla di ripristinare posti di lavoro manifatturieri ben pagati, è difficile pensare come una guerra commerciale con la Cina possa essere di aiuto. Gli operai del Michigan non vogliono assemblare giocattoli 12 ore al giorno con salari quasi da fame, come fanno i colleghi cinesi. Le esportazioni della Germania verso gli Stati Uniti sono beni di fascia alta come le automobili, che rappresentano il 12% dell’export totale, seguiti da parti di veicoli, prodotti chimici e aerospaziali. Queste sono esattamente il tipo di lavori ben pagati che gli elettori Trump vorrebbero».

Naturalmente dal dualismo tra Germania e Usa e da una possibile guerra valutaria – nonché da una dissoluzione dell’Euro – l’Italia non può che beneficiarne e riemergere dal ruolo di comprimario nel quale è stata marginalizzata.

Secondo Hainer Flessbeck, inoltre, «la Germania dovrebbe fare molta attenzione al comportamento di Trump nei confronti della Cina. In questa partita internazionale anche il paese tedesco – il membro del G20 con il più grande il surplus commerciale (il 9% del PIL) – ha molto da perdere. Gli Stati Uniti sono il partner commerciale con il deficit più grande nei confronti della Germania (60 miliardi di Euro). Presto o tardi Trump finirà per accorgersene. È probabile che succeda proprio quando il suo ministro delle Finanze gli presenterà il Currency Report annuale, nel quale vengono elencati, dal punto di vista americano, i più grandi peccatori in materia di commercio internazionale».

«La Nato? Obsoleta»

Le destabilizzazioni attraverso interventi militari nel Medio Oriente operate dal presidente uscente Barack Obama e dall’ex Segretario di Stato Hillary Clinton – e da George W.Bush prima di loro – hanno messo l’Italia in una situazione estremamente complessa  e difficile nel Mar Mediterraneo, costretta ad affrontare quasi da sola, anche per le caratteristiche geografiche, l’emergenza migranti. La fine di un interventismo scellerato e l’isolazionismo annunciato da Donald Trump, che può coincidere con una crisi della NATO, può dunque solo essere una notizia positiva per il nostro Paese.

(di Roberto Vivaldelli)