Smontare il darwinismo: intervista a Enzo Pennetta

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La dittatura culturale in ambito sociale, come sempre in linea col pensiero mondialista, ci ha abituato ad elevare a dogmi alcune tematiche chiave per lo sviluppo corretto di una società, proponendo di volta in volta nuove etichette per confinare ogni genere di dibattito a una dimensione di stoltezza oppure di patologia (fobia).

Aggettivi come xenofobo, omofobo, razzista vengono costantemente utilizzati per bollare coloro che, sempre più spesso, sollevano dubbi e propongono tesi in merito alle dinamiche che tutti i giorni riempiono talk show televisivi e carta stampata. In ambito scientifico, in relazione alla teoria della specie di Charles Darwin, chiunque metta in discussione il pensiero del biologo inglese viene accusato, da parte dei difensori della teoria, di essere un creazionista.

Questo esposto potrebbe apparire come una doccia fredda a chi, in questa occasione, si interroga per la prima volta sulla natura dogmatica della teoria darwiniana. Ma appare chiaro che questo genere di approccio “politico” nei confronti della critica poco si addice alle materie scientifiche.

Il Professore Enzo Pennetta nel suo libro “Inchiesta sul darwinismo: come si costruisce una teoria” è riuscito in maniera brillante a confutare scientificamente le contraddizioni insite nella “teoria della specie”, mostrando inoltre il contesto politico passato e presente all’interno del quale la teoria del biologo inglese continua ad essere presentata come una verità immutabile, nonostante l’insussistenza di basi scientifiche.

Prof. Pennetta, in quale contesto storico e politico è nata la teoria sull’origine della specie?

La teoria nacque in un’Inghilterra colonialista in politica estera e luogo del capitalismo più selvaggio e incontrastato nella realtà interna. E poiché, come insegna il filosofo della scienza Thomas Samuel Kuhn, le teorie sono figlie della visione degli uomini e della loro epoca, così la teoria di Darwin rispecchiava la società inglese basata sia sulla competizione verso gli altri popoli che all’interno della stessa Inghilterra. Della cosa si accorsero due autorevoli nomi come Marx ed Engels che ne parlarono in un loro scambio epistolare.

Qual è stato il suo percorso negli anni seguenti?

Poco più di dieci anni dopo la pubblicazione del libro di Darwin “L’origine delle specie” il coautore della teoria Alfred Russel Wallace si dissociò sostenendo che esistevano delle caratteristiche della specie umana non spiegabili con la teoria stessa, e questo è il motivo per cui oggi non si sente più parlare del secondo autore.

Successivamente la teoria venne smentita da esperimenti come quello di Weismann e del cugino di Darwin, Francis Galton, che dimostrarono la non ereditarietà dei caratteri acquisiti (cosa che viene attribuita solo alla precedente teoria di Lamarck ma che invece fu ripresa da Darwin). La smentita definitiva venne dalla ‘riscoperta’ delle leggi di Mendel pubblicate nel 1864 ma incredibilmente ignorate fino al 1900 quando de Vries, Correns e Tschermak le ritrovarono, anche esse smentivano la trasmissione dei caratteri acquisiti. La teoria a quel punto venne abbandonata da tutti gli scienziati più autorevoli, ma questo a scuola non viene insegnato.

Infine le novità necessarie per l’evoluzione furono indicate nelle mutazioni casuali che per portare a cambiamenti funzionali sfidano nel modo più arduo il calcolo delle probabilità, al riguardo un noto astronomo come Fred Hoyle fece il paragone con un tornado che soffiando su un deposito di rottami dopo il suo passaggi lasci montato un aereo di linea. Questa è la spiegazione che fa leva sulla mutazioni casuali, ma fu proprio su queste improbabili basi che nacque il darwinismo moderno e sulle quali ancora si sostiene.

Perché la teoria darwiniana, da un punto di vista scientifico, non è una tesi corretta? Quali riscontri abbiamo volti a supportarla?

Il problema è proprio questo, non abbiamo riscontri. Ma nel metodo scientifico sono indispensabili, in pratica non abbiamo potuto osservare nessuna evoluzione avvenuta con i meccanismi darwiniani, neanche quella di un batterio dopo decine di migliaia di generazioni, il motivo è nell’improbabilità statistica che ciò avvenga, in pratica servirebbe un miracolo. Però in giro si trovano molte affermazioni di casi dichiarai come avvenuti, compreso quello del batterio Escherichia coli, peccato però che per farli diventare casi di evoluzione si è dovuto cambiare la definizione di ‘evoluzione’, insomma nessuna evoluzione realmente è stata osservata anche in quegli organismi che si riproducono molto velocemente simulando milioni di anni delle specie più complesse, nessuna evoluzione darwiniana osservata quindi, tranne quella del significato della parola ‘evoluzione’.

Ma la cosa forse ancor più grave dal punto di vista della scienza è che la teoria darwiniana non può essere smentita da nulla, in pratica essa è formulata in modo tale che qualunque risultato troveremo in natura o in laboratorio non la metterà mai in crisi, e questo significa che secondo la teoria di un grande epistemologo del Novecento come Karl Popper essa non è scientifica, in pratica si tratta di una narrazione, essa è poco più che mitologia e la mitologia non c’è modo di smentirla, o ci si crede o non ci si crede

Perché, nonostante l’assenza di prove volte a confermare la teoria darwiniana, tutt’oggi, nel mondo, viene insegnata come verità assoluta?

Il motivo in fondo è semplice e lo possiamo individuare in quanto detto prima riguardo il contesto socio politico in cui essa nacque, si tratta di una teoria che si presta perfettamente a rappresentare un sistema sociale basato sulla competizione e quindi a giustificarla in quanto legge di natura. In un mondo che è passato dal capitalismo e dal colonialismo ai loro sviluppi, o se vogliamo degenerazioni, che sono il neolibersimo e il neocolonialismo, una teoria che giustifichi queste politiche come inevitabili in quanto espressione del funzionamento della natura è funzionale al sistema.

Qual è, secondo la sua personale opinione, la reale alternativa scientifica alla tesi darwiniana? Per quale ragione?

Una teoria alternativa sarà necessariamente una teoria nella quale l’evoluzione avviene non in modo graduale ma per passaggi relativamente rapidi, cosa dimostrata dai fossili, una teoria nella quale la selezione, la competizione e il caso resteranno, ma solo come aspetti marginali, il cuore sarà un altro.

Ma non so dire esattamente quale esso sarà, il punto è che se non si liberano energie e risorse per cercarla questa nuova teoria essa non verrà trovata. In pratica finché si continuerà ad insegnare dogmaticamente il darwinismo e le sue successive modifiche come se l’importante l’avessimo già capito nessuno la cercherà la nuova teoria e quindi uno dei paradossi del darwinismo è che esso in nome della scienza sta bloccando la ricerca di una vera teoria scientifica che sia soddisfacente. 

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