La vulnerabilità della Grecia è (anche) colpa della NATO

La Grecia schiera oltre 200 aerei da combattimento tra F-16 e Mirage di varie versioni. Più di Italia e Regno Unito. Ha, inoltre, più di 800 Leopard di vari tipi, nonché sottomarini ed elicotteri. I contratti di tali forniture vennero stipulati da Germania e Francia. Un valore complessivo pari a 687 milioni di dollari (551 Berlino, 136 Parigi). La mediazione, invece, fu prerogativa dell’Austerity e della NATO. Tali investimenti furono la condizione affinché ottenesse i pacchetti di “aiuti” UE per snellire il debito.

A confermarlo sono i dati dello Stockholm International Peace Resarch Institute. Si legge come le ingenti quantità di armamenti siano state acquistate nel quadriennio 2010-2014, ossia gli anni più bui della crisi. Pertanto, dietro le frequenti esortazioni di Angela Merkel e Wolfgang Schäuble secondo le quali avrebbe dovuto contenere la spesa per il fatto di aver vissuto per lungo tempo “al di là delle proprie possibilità” c’è un profondo velo di ipocrisia. Quando George Papandreou, nel marzo del 2011, rifiutò di farsi consegnare quattro sottomarini di produzione ThyssenKrupp a seguito di perizia tecnica, fu costretto ad un accordo che gliene impose due al prezzo di 1.3 miliardi di euro. Ecco, non avesse subito tali ricatti e “contropartite”, oggi non avrebbe avuto bisogno di elemosinare Canadair da Paesi esteri per mancanza di fondi. Sarebbero stati a completa disposizione e forse il fuoco, che è un nemico sicuro e ricorrente, lo avrebbe affrontato meglio.

(di Davide Mario Pellegrino)