L’indifferenza del papa ai bombardamenti occidentali

Lascia perplessi il silenzio del pontefice Francesco sull’aggressione, illegittima, da parte congiunta di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna contro la Siria. Come ben sappiamo il bombardamento è avvenuto prima dell’invio degli ispettori OPWC, senza un mandato ONU, in violazione di qualsiasi trattato internazionale.

Papa Francesco non ha preso una netta posizione contro i bombardamenti, bensì ha espresso un tiepido appello alla pace senza condannare una chiara aggressione ad un governo ed un Paese sovrano. Persino papa Giovanni Paolo II nel 2003 condannò espressamente e con forza l’aggressione all’Iraq, puntando il dito specificamente contro la politica militare anglo-americana.

Papa Francesco invece, durante la preghiera del Regina Coeli, si dice turbato dall’escalation di violenza, dalla situazione mondiale e prega affinchè si raggiungano accordi per la pace in Siria e nel mondo.

Un appello molto generico, nessuna menzione agli attacchi occidentali al governo siriano, lasciando inascoltati i numerosi appelli delle autorità religiose del Paese: in primis quelle cattoliche e greco melchite, con il vescovo di Aleppo, il quale denuncia la commedia dell’attacco americano, che ha sempre e solo favorito l’avanzata dei ribelli di matrice terrorista islamica oppositori di Assad. A differenza dell’intervento russo che, invece, ha realmente tolto di mezzo il pericolo de califfato di Daesh e di tutti i gruppi ribelli di matrice islamista.

Insomma pare che il papa cattolico romano si sia dimenticato, non seguendo le parole dei suoi prelati sul campo e non condannando specificamente e fortemente ogni attacco occidentale,
di come il governo siriano di Bashar Al Assad sia l’unico che abbia protetto le numerose comunità cristiane, parte integrante del tessuto sociale siriano, e di come lo stesso garantisca la laicità e la protezione a tutte le confessioni, anche quelle musulmane.

Ricordiamo un avvenimento che rimarrà nella storia: nel 2013 il villaggio cristiano paolino di Maaloula fu preso d’assalto dalle truppe jihadiste ribelli. Per ben due volte l’eroico esercito siriano di Assad respinse l’attacco dei terroristi riportando numerose perdite. Se oggi Maaloula, villaggio cristiano antichissimo dove si parla ancora l’aramaico antico, lingua di Gesù, esiste ancora, lo dobbiamo al sacrificio delle truppe fedeli al presidente Assad.

D’altro canto se lo stesso papa ha preso una posizione netta contro i presunti attacchi chimici di Douma, attribuiti con ogni falso pretesto dalla comunità occidentale al presidente Assad, non vediamo come sia un problema condannare anche nello specifico i bombardamenti americani e francesi.

Pure Famiglia Cristiana, organo di stampa cattolico, rilancia l’appello delle comunità cristiane del medio oriente, le quali denunciano un vero e proprio genocidio dei fedeli di Cristo in atto, e che solo le milizie siriane e sue alleate sono state in grado si proteggerli da una quasi sicura scomparsa totale.
Ricordiamo a Francesco che una buona fetta dell’esercito arabo siriano del presidente Assad è cristiana e combatte fianco a fianco di musulmani, ogni giorno a difesa del popolo e della sua multi eticità culturale e religiosa.

Caro Santo Padre, San Francesco di cui lei porta il nome, prese una posizione netta e contraria alle crociate, recandosi sul campo per persuadere i duellanti. Forse dal capo della Chiesa universale ci si attenderebbe una condanna e una presa di posizione meno ambigua e più netta. I cristiani del medio oriente e non solo loro, se lo meritano visto le atrocità che hanno dovuto subire in questi lunghi anni di guerre.

(di Simone Nasazzi)