Case Popolari agli stranieri, ennesimo capitolo di incompetenza grillina

Dopo un lungo iter amministrativo, la giunta romana ha recentemente assegnato cinquantacinque case popolari liberate. Quello che il sindaco Virginia Raggi definisce “un grande successo”, rischia però di diventare un boomerang i cui effetti potrebbero risultare devastanti, per l’amministrazione come per l’ordine pubblico.

Di queste case, ventuno di quelle assegnate, ben il 40%, sono state assegnate ad extracomunitari che hanno scavalcato nelle classifiche famiglie che avevano già in precedenza fatto richiesta. Questa scelta del sindaco Raggi non solo si aggiunge ai provvedimenti filo immigrazionisti ma aumenta il rischio di far esplodere una già crescente tensione sociale tra i residenti dei quartieri romani e i nuovi inquilini extracomunitari.

Basta tenere conto delle numerose rivolte di quartiere avvenute nella Capitale, ultima quella di Tor Bella Monaca di pochi mesi fa, per capire che la scelta di assegnare un numero consistente di case popolari a stranieri non fa che acuire il problema, rischiando così di scatenare una guerra tra poveri che col tempo diventerà ingestibile. Nel sentire comune dei cittadini e agli occhi dell’opinione pubblica, l’idea di mettere gli immigrati e i neo richiedenti asilo tra i primi posti nelle graduatorie non è solo un’ingiustizia per chi da anni ha fatto richiesta per quelle case, ma una mera operazione di facciata.

Che il Movimento Cinque Stelle non abbia una linea comune su temi fondamentali della politica è un dato di fatto: sull’immigrazione in particolare hanno sempre detto e fatto il contrario di tutto. Se in alcuni comuni lanciano slogan contro gli sbarchi, nelle amministrazioni grilline viene esattamente fatto il contrario (vedasi la cosiddetta “cittadinanza civica” voluta dall’Appendino a Torino, uno ius soli di stampo cittadino). Se a livello propagandistico il Movimento cerca di attirare il voto di protesta ed egemonizzare l’opposizione, scadendo in contraddizioni palesi, allo stesso tempo cerca di istituzionalizzarsi e l’ultimo provvedimento della Raggi ne è la perfetta dimostrazione: in un momento storico in cui è considerato “estremista” criticare l’immigrazione incontrollata, il Movimento vuole dimostrare di essere un partito moderato e “credibile” di fronte agli occhi dei grandi elettori.

Così facendo si ottiene il risultato sperato? Assolutamente no. Un elettorato moderato e filo immigrazione ha già un suo schieramento di riferimento che non ha motivo di votare un “partito di protesta” che contemporaneamente perde la propria base, la quale ovviamente non può che sentirsi abbandonata dopo le continue giravolte degli esponenti grillini di rilievo. La Raggi, eletta con la speranza di un cambiamento radicale nella gestione capitolina, con questa assegnazione delle case popolari si ritroverà in un vicolo cieco e sarà la risposta dei quartieri più disagiati, quelli che il Movimento pretende di rappresentare, a dimostrarglielo.

(di Antonio Pellegrino)