Non esistono soltanto le denunce serie, ma anche quelle di colore. Da ciò nascono proprio gli analoghi articoli di colore, quelli che colgono particolari a volte ridicoli, a volte strani, a volte semplicemente incomprensibili.
Avete letto benissimo, l’antifascismo di Mazinga Z. Premesso che ormai il sacro ideale (l’antifascismo appunto) si trova ovunque, non solo nella musica e nel cinema ma probabilmente anche nelle patatine, ci è parsa piuttosto curiosa l’associazione fatta da sito web mymovies.it riguardo Mazinga Z Infinity, terzo film della popolare serie anime tratta dal fumetto giapponese Mazinger Z.
Diciamo “curiosa” perché la questione è talmente sciocca da non poter destare altro se non qualche sorriso, chiaramente. “Un’operazione nostalgia per celebrare il mito di Mazinga Z e del suo antifascismo”. Ci sforziamo di recepirne una presunta ironia, ma nell’articolo non ce n’è traccia. Sebbene la parolina tanto amata sia presente solo nella sintesi iniziale.
A naso, il motivo che avrebbe condotto l’arguto autore della recensione ad associare l’eroe di tanti ragazzi dei decenni passati addirittura a una posizione politica definita, dovrebbe essere la presenza, in questo film come negli episodi precedenti, di tale personaggio:
Che altri non è se non il Conte Blocken, nella storia un ex-ufficiale nazista salvato dal Dottor Inferno (l’antagonista principale della serie) dopo essersi trovato in fin di vita durante la seconda guerra mondiale: egli è quindi dotato di un corpo bionico, con la testa separata capace di essere autonoma.
Ora, per carità, possiamo pure fare di un unico personaggio un leitmotiv. Le frontiere della soggettività del resto sono come quelle dei noborders: inesistenti. Di conseguenza con la fantasia si può creare più o meno tutto, anche sostenere che Madre Teresa fosse una nativa norvegese.
Però viene spontanea una domanda. Il Conte Blocken è uno dei malvagi della serie, e fin qui ci siamo. È stato nazista, e pure qui nulla da obiettare. È l’unico del gruppo, e allora possiamo continuare ad impegnarci per comprendere. Ma è difficile – per chi conosce la serie – non pensare a un altro “cattivo”, ovvero il Barone Ashura (foto)
Costui è un mezzo uomo/donna, a tutti gli effetti un ermafrodita. Con linguaggi particolarmente sintetici, potremmo definirlo perfino trans.
Da qui il grande dilemma: assodato l’antifascismo di Mazinga Z secondo mymovies, potremmo dichiarare anche la sua omofobia/transfobia, ossia un valore un attimino antitetico a quello degli stessi arcobalenati antifascisti? Sissignore, all’intelligente allegoria di mymovies abbiamo deciso di rispondere con altrettanto acume: siamo pronti a celebrare Mazinga Z e la sua lotta contro il mondo LGBT.
Ce la faremo, è una promessa. Magari guardando il film, davanti alla tradizionale pastasciutta “da Liberazione”. Siamo a novembre, certo, ma per ogni antifascista che si rispetti il 25 aprile è come la Pasqua per i cristiani: si ripete ad ogni settimana.
(di Stelio Fergola)