HuffPost shock su Kevin Spacey: “Rapp poteva starsene a casa”. Poi edita l’articolo

Ebbene sì, la giustificazione della pedofilia è dietro l’angolo, da quando, dalle libertà sessuali etero di 50 anni fa, si è passati prima a quelle tra generi, poi a quelle tra età sempre a forbici maggiori, la prossima da sdoganare è proprio l’approccio ai minori, basta che sia un divo di Hollywood a perpetrarla ed è tutto apposto. E soprattutto basta iniziare a introdurre l’argomento gradualmente, che poi per imperversare ci sarà sempre tempo.

È la sintesi dell’ultimo, un po’ delirante articolo pubblicato sull’Huffington Post, a firma di tale Deborah Dirani, la stessa che aveva pubblicato precedentemente un articolo a favore di una ragazzina stuprata da 8 persone circa due anni fa.

La versione originale, poi editata “opportunamente”, oltre a prendersela – forse in modo anche comprensibile – con il ragazzino poco “controllato”, citava anche testualmente quanto segue nell’anteprima dell’articolo su Facebook:

Poi modificata con questa anteprima, depurata delle frasi peggiori:

Quindi il ragazzino è stato fortunato ad essere molestato e non violentato da Kevin Spacey, che ha sbagliato, certo, ma non così tanto perché si sa, in fondo il moralismo ipocrita è solo unidirezionale.

Che il ragazzino di allora, l’uomo Anthony Rapp di oggi, possa essere ipocrita, è poi la scoperta dell’acqua calda: segue semplicemente la linea dello scandalismo “antimolestie” successiva alla storia di Weinstein. Niente di più, niente di meno. L’Huff, invece, riesce ad andare oltre nella vertiginosa gara dell’ipocrisia, incredibile.

Se all’Huffpost erano tanto convinti della loro prima versione dell’articolo (non che la seconda sia migliore), ci chiediamo come mai non l’abbiano lasciata in piedi. Misteri dell’apertura mentale.

(di Stelio Fergola)