Ministero dell’Interno apre dossier su Generazione Identitaria

Nella nazione che ha impiegato anni per mettere, finalmente, sotto controllo l’operato di chi andava e veniva dalla Libia trasportando esseri umani, basta pochissimo per finire sotto i riflettori del Ministero dell’Interno.

Questo ha infatti aperto un dossier su Generazione Identitaria, balzata fortemente agli onori della cronaca per la sua missione “Defend Europe”, condotta nelle acque del Mediterraneo.

Nel testo del Ministero, riportato in una nota rilasciata dagli stessi identitari, si parla di “movimento antagonista” e “minaccia per la sicurezza della navigazione”, sollecitando un monitoraggio sulle attività dell’organizzazione e dell’imbarcazione “C-Star” utilizzata dalla stessa.

Il dossier, che “fa le pulci” a Generazione Identitaria contiene una descrizione sommaria dei suoi obbiettivi, i dati dei suoi responsabili e finanche i numeri della pagina Facebook; insomma, pare che sulla cosa si sia voluto proprio stare attenti a tutto.

Una celerità abbastanza evidente, dunque, per quanto riguarda il controllo dei ragazzi di “Defend Europe”, che, seppur dipinti dai media come una sorta di ciurma di pirati nazisti,  in sostanza non avevano altro obbiettivo se non quello di far rispettare la legge. Tenerli sotto costante monitoraggio, neanche fossero una portaerei straniera, pare, forse, un po’ eccessivo.

Se un’organizzazione mette in moto una missione del genere può però finire sotto il controllo dello Stato, questo è probabilmente fisiologico. Magari lo stesso Stato dovrebbe invece risolvere i suoi problemi di tempistica; per fare in modo che sia riservato a tutti pari trattamento, e che non basti pochissimo per mettere sotto la lente d’ingrandimento un’organizzazione e i suoi responsabili mentre si impiegano tre anni per ottenere che anche chi gli esseri umani li trasporta abbia come merce, quantomeno, un controllo di legalità.

(di Simone De Rosa)