Deir el-Zor, l’esercito siriano rompe l’assedio: la liberazione è vicina

Il Generale della Guardia Repubblicana Siriana, Issam Zahreddine, il 21 novembre 2015, in inferiorità numerica in termini di uomini e mezzi, riesce a respingere una massiccia offensiva dello Stato Islamico a Deir el-Zor, contribuendo alla difesa e al mantenimento della base aerea della città, sotto attacco alla fine dello scorso anno.

Il 17 gennaio 2016, dopo un massacro dell’ISIS che costò la vita ad oltre 300 civili, si vendica concentrando gli attacchi principali nei quartieri di Ayyash, Haweeqa e al-Bughayliyah, riuscendo ad eliminare Abu Hamza al-Ansari, il comandante delle milizie di Abu Bakr al-Baghdadi nella città.

Il 07 luglio 2016, dopo aver respinto con successo tre loro attacchi, fornisce le coordinate ai MIG-29SM siriani e ai SU-24 russi che distruggeranno il loro centro di comando.

Oggi, dopo tali immensi sacrifici e con il supporto di reparti dell’esercito siriano e delle Qawat al-Nimr comandate dal colonnello Suheil al-Hassa, è in procinto di derattizzarla completamente; le operazioni militari, infatti, hanno volto alla conquista dei villaggi strategici di Ghabaghib e di al-Shula lungo l’autostrada al-Suknah-Deir el-Zor.

Quest’ultima dista solo 15km e, una volta conquistata, garantirà la linea di continuità territoriale Teheran-Baghdad-Damasco che distruggerà qualsivoglia progetto imperialista a stelle e strisce di balcanizzazione dello Stato siriano.

Festeggiano i popoli liberi, come i migliaia di siriani sciiti e sunniti scesi trionfanti per le strade nella serata di ieri, scoppiano i fegati di Hillary Clinton, John McCain e tutto il ciarpame filo-atlantista. La Siria resiste.

(di Davide Pellegrino)