L’immigrazione di massa e i suoi fiancheggiatori

Mi sbaglierò, ma così si cade nella trappola di chi persegue scientemente determinate finalità di annientamento di ogni reale opposizione a forze politiche (e non solo tali), che stanno devastando il nostro paese per mantenere il loro potere tutto sommato più debole di quanto non sembri. Intanto, cominciamo con il dire che probabilmente il fenomeno migratorio non è stato espressamente voluto.

È il risultato di quella politica, da me definita del caos, che gli USA di Obama (con l’uso di determinati sicari europei, certamente avvantaggiatisi per i loro sporchi servizi; parlo di Francia e Inghilterra, gli aggressori espliciti della Libia di Gheddafi) hanno posto in atto con una punta particolarmente acuta nel 2011, anno della cosiddetta “primavera araba”, fatta passare – e appoggiata dalle varie organizzazioni anche di “estrema sinistra” – per grande rivolta in favore della democrazia e libertà dei popoli arabi.

Una volta messosi in moto il processo migratorio, con modalità massicce che ritengo non previste in anticipo, esso è stato “opportunamente” cavalcato da diverse organizzazioni. Intanto quelle criminali (dei cosiddetti “scafisti”) per motivi prevalentemente economici. Al seguito sono quasi subito andate le ONG; in parte per gli stessi motivi di profitto, in parte perché si rafforzano comunque i loro legami – che significano appoggi assai promettenti – con vari altri gruppi organizzati, che hanno finalità più propriamente politiche, di controllo dei governi europei (ed “europeisti”) e della stessa UE.

Non a caso, queste ONG (in netta maggioranza) hanno rifiutato di firmare il codice di regolamento proposto dal governo italiano. E, appunto, il governo niente farà per attuare, anche con le cattive, ciò che era stato proposto, per tacitare in parte l’opinione pubblica, con le buone. Quelle proposte si dimostrano così dei puri paraventi per fingersi intenzionati al controllo del fenomeno, che sta investendo con violenza soprattutto l’Italia.

In questo modo, si accentuerà quanto si sta facendo nei luoghi di partenza delle migrazioni per ingannare, con bugie e promesse di nuovi e più favorevoli condizioni di vita, i partenti, proprio quelli che hanno discrete disponibilità di denaro per pagarsi il trasbordo. Ciò, lo ripeto, favorisce economicamente i farabutti che effettuano lo stesso, salvando talvolta i malcapitati che incontrano particolari difficoltà, con qualche percentuale di annegamenti. Costoro hanno denaro e anche buone condizioni fisiche per affrontare il periglioso e faticoso viaggio; ecco perché le foto e i filmati dei barconi e degli arrivi mostrano in grande prevalenza giovani maschi, ben robusti e in carne.

Nei paesi di accoglimento, ormai soprattutto l’Italia, gli immigrati favoriscono, economicamente, imprenditori che tutto fondano su bassi salari e lavoro in nero; e poi, politicamente, un ceto che si pretenderebbe dirigente ed è di una inettitudine e pochezza amministrativa e governativa (in politica interna come estera) che il nostro paese, pur non eccelso, non aveva mai prima conosciuto. Parleremo in altra occasione di quelli che alcuni sciocchi, in falsa e altrettanto inetta opposizione, chiamano ancora comunisti. Si tratta in realtà di post-PCI e di coloro che ne hanno più recentemente preso il posto; sono particolarmente incapaci e dannosi. Proprio per questo si servono degli immigrati come sostanziale base di manovra; un domani magari anche elettoralmente, oggi per creare disordine, dis-integrazione, dissoluzione delle nostre strutture d’ordine.

Infine, non va dimenticata la nostra disgrazia culturale che risale al ’68 e al ‘77 (specificità italiana) e ai giovani – sia gli intellettualoidi sia i violenti e asociali dei centri detti sociali – che ne seguono i torbidi insegnamenti. Sia i vecchi di mezzo secolo fa sia i loro simili delle nuove generazioni hanno occupato tutti gli spazi d’informazione, sono ampiamente foraggiati da un’imprenditoria che sta liquidando l’industria italiana (in specie quella strategica) e trovano appoggi da parte del suddetto ceto politico (in specie post-PCI), che gode purtroppo di complicità varie anche in chi sostiene di appartenere all’opposizione.

Gran parte di questa genia, vera peste della società italiana, gioca da tempo all’“antifascismo”. Gli appartenenti ad essa chiedono retribuzioni e appannaggi milionari, vivono nelle località e abitazioni di lusso o di estrema agiatezza, ma si rifanno, da falsoni quali sono, a coloro che avevano comunque passato qualche anno di vita clandestina e poi in montagna a fare guerriglia; e se costoro avessero catturato gente simile a quella oggi “antifascista”, l’avrebbe passata per le armi senza nemmeno un minuto di processo.

Insomma, siamo nella vergogna più nera; e non si sa ancora come liberarsi di simili cialtroni. Purtroppo, parte della popolazione, ormai esasperata dalla situazione creata da questo massiccio fenomeno simile ad un’invasione, tende a scatenarsi contro l’effetto e non la causa. Se la prende con gli immigrati, che certamente cominciano a commettere azioni indebite, dovute spesso alla disillusione dopo che si erano loro create tante illusioni per farli partire dai luoghi d’origine. Stiamo attenti perché si rischia di fare il gioco dei farabutti, dei sedicenti “sinistri” e ancor più sedicenti “antifascisti”.

Ormai sono “storicamente” finiti, non hanno più nessuna risorsa politica e culturale. Occupano, però, ancora ogni spazio possibile in entrambe queste sfere sociali e in quella economica, piena zeppa, lo ripeto, di industrialotti (e finanzieri) incapaci e imbroglioni (talvolta autentici delinquenti). Essi sperano solo di poter utilizzare il caos immigratorio – e magari di assoldare bande di “delusi” diventati violenti – per mantenersi a galla. Questi sono i nostri veri nemici.

Ribadisco ossessivamente: non confondiamo l’effetto con la causa. Questa risiede in una parte dei nostri connazionali, ormai irrecuperabili e da sistemare “tagliando loro il pelo”. E si lotti anche contro chiunque voglia approfittare delle loro difficoltà per vendersi meglio, aiutandoli di fatto nella loro opera ormai distruttiva della società italiana. Falsa “sinistra” e finti “antifascisti” – e chiunque ammorbidisca la sua opposizione a questi abominevoli risultati di una lunga storia di degrado – sono i veri nemici da combattere senza alcuna esitazione residua.

(di Gianfranco La Grassa)