Il vichingo Ragnarr Loðbrók fra leggenda, realtà e televisione

Di Ragnarr Loðbrók, leggendario sovrano scandinavo di Danimarca e Svezia, si parla in diverse saghe norrene, in cui compare sia come protagonista che come personaggio secondario. Figlio di Sigurðr Hring, il famoso vichingo è al centro di numerose vicende ambientate nella Scandinavia del IX secolo. Negli ultimi anni Ragnarr è anche diventato il protagonista di Vikings, fortunata serie tv ideata da Michael Hirst e targata History. La serie ha rilanciato notevolmente la figura del leggendario eroe, facendolo diventare sicuramente uno dei vichinghi più noti e conosciuti al grande pubblico. Tuttavia fra la realtà storica di Ragnarr, le saghe e Vikings ci sono numerose differenze e discrepanze; cercherò in questo articolo di spiegarne qualcuna.

Per gli amanti della serie tv. Attenzione! Potreste trovare alcune anticipazioni sulle vicende di Ragnarr e compagni.

Il Ragnarr di Vikings (interpretato dall’autore australiano Travis Fimmel) è inizialmente un semplice, ma ambizioso, contadino suddito dello jarl (conte) di Kattegat Haraldson. Ha una bellissima moglie di nome Lagherta e un figlio di nome Björn. Ha inoltre un fratello maggiore, l’infido e altrettanto ambizioso Rollo. Dopo una sanguinosa faida con lo jarl Haraldson, Ragnarr riesce a diventare lui stesso il signore di Kattegat. Dopo una serie di fortunate alleanze e di guerre, fra cui quella contro il sovrano danese Horik, Ragnarr Loðbrók riesce a imporre la sua autorità su buona parte della Danimarca e della Svezia. Nel frattempo l’eroe si invaghisce della principessa Aslaug, con la quale tradisce Lagherta è dalla quale avrà ben quattro figli: Ivarr, Hvitserk, Ubbe e Sigurðr.

Il protagonista della serie tv è inoltre al centro di numerosi episodi collegati ai vichinghi e che la Storia ci ha tramandato. Fra questi ricordiamo, ad esempio, il primo arrivo dei razziatori scandinavi in Inghilterra e il saccheggio dell’Abbazia di Lindisfarne, nonché l’assedio di Parigi e le guerre con il regno anglosassone di Northumbria. Vikings lascia anche intendere che il fratello Rollo sia quello stesso Rollone (in norreno Hrôlfr) che darà vita nel 911 al Ducato di Normandia. Le imprese di Ragnarr si interrompono tuttavia bruscamente con la sua cattura da parte del re northumbro Ælla, e la successiva condanna a morte. Il condottiero vichingo verrà gettato senza troppi complimenti in una fossa piena di serpenti.

Per quanto riguarda le saghe nordiche, sono sostanzialmente tre le opere in cui compare Ragnarr: la Ragnars saga Loðbrókar (saga di Ragnarr Loðbrók) e la Ragnarssona þáttr (racconto dei figli di Ragnarr), entrambe scritte in antico norreno, nonché i Gesta Danorum di Sassone Grammatico, in latino. Quest’ultima riprende, seppur con alcune vistose differenze, la materia precedentemente trattata nelle due saghe più antiche. In tutte e tre le opere Ragnarr (chiamato Regnerus nei Gesta) appare come figlio primogenito del re di Danimarca e Svezia Sigurðr Hring; non un contadino qualunque quindi, ma un principe fin da giovane destinato a un grande avvenire. Con la morte del padre, Ragnarr infatti gli succede sul trono danese.

La Ragnars saga Loðbrókar descrive inoltre l’origine del soprannome Loðbrók, che letteralmente significa brache di pelo. Nella saga si racconta infatti di come lo jarl del Gotland (una regione della Svezia) avesse donato alla sua bellissima figlia Thòra un serpentello. Serpentello che, col passare del tempo, era diventato sempre più grande e affamato, tanto da diventare un pericolo per gli abitanti del Gotland. Per liberarsi dello scomodo animale, lo jarl aveva promesso in sposa la figlia a chiunque fosse riuscito a ucciderlo. Ragnarr, infatuatosi della giovane, si fa cucire delle robustissime vesti di pelle in grado di fermare il veleno della serpe. Il re danese riesce ovviamente a uccidere il serpente e si sposa la bella Thòra. Nasce così la leggenda di Ragnarr “brache di pelo”.

Ragnarr e Thòra hanno due figli, Eirekr e Agnarr. La figlia dello jarl del Gotland muore però dopo poco tempo a causa di una malattia. I figli invece saranno uccisi durante una razzia in Svezia. E’ interessante notare come di Thòra, Eirekr e Agnarr non ci sia nessun accenno all’interno della serie tv Vikings. Si parla però di Aslaug, la seconda moglie di Ragnarr, e dei suoi figli Björn, Ivarr, Hvitserk e Sigurðr. Nella Ragnars saga Loðbrókar sono tutti e quattro figli di Ragnarr e Aslaug, ed è Ivarr a essere il primogenito e il più amato dal padre. Di Ubbe se ne parla solo come di un cugino, o di un lontano parente. Sarà solo in epoca successiva che si tenderà a considerare anche lui un figlio di Ragnarr. Aslaug è una figura estremamente interessante. Viene descritta come la figlia di

Sigurðr Fàfnisbani (ovvero il leggendario Sigfrido) e della valchiria Brunilde. Rappresenta dunque l’anello di congiunzione fra la famosissima Saga dei Volsunghi e la Saga di Ragnarr. Il re danese del poema è tuttavia più fedele e rispettoso rispetto all’omologo televisivo; non tradisce infatti la moglie con Aslaug, ma incontra la figlia di Sigfrido solamente diverso tempo dopo la morte di Thòra. Se si esclude una breve sbandata per un’altra regina scandinava, quello fra Ragnarr e Aslaug è tramandato come un matrimonio felice e duraturo.

E la bella Lagherta? Il nome di Lagherta non compare nemmeno una volta né nella Ragnars saga Loðbrókar né nella Ragnarssona þáttr. Nelle due saghe solamente Thòra e Aslaug vengono riportate come mogli di Ragnarr. Lagherta appare tuttavia nei Gesta Danorum di Sassone Grammatico; viene qui descritta come una shieldmaiden, una coraggiosa donna guerriera originaria della Norvegia. Ragnarr si innamora di lei dopo averla vista in azione durante una battaglia contro gli svedesi. I due si sposano e hanno un figlio, Fridleif. Sassone racconta poi di come il re danese abbia divorziato da Lagherta per sposare Thòra. E da qui in poi i Gesta Danorum riprendono sostanzialmente la narrazione delle due saghe più antiche.

Nonostante quanto rappresentato in Vikings, i figli di Ragnarr saranno sicuramente più famosi e fortunati del padre. Di Ivarr inn beinlausi (cioè senza ossa) si sa che guidò l’invasione vichinga dell’Inghilterra nell’anno 865. Fondò la città di York e probabilmente morì in uno sfortunato tentativo di conquista dell’Irlanda. Potrebbe essere lui il vichingo Imar i cui figli avrebbero in seguito regnato su Dublino. Björn Járnsíða (Fianco di Ferro) sarà invece il capostipite della dinastia dei Munsö, che regnerà sulla Svezia fino al 1060. Nella serie tv si vede Ivarr uccidere il fratello Sigurðr in uno scoppio d’ira. In verità Sigurðr ormr í auga (serpente nell’occhio) diventerà re di Danimarca e sposerà una figlia di Ælla di Northumbria, l’assassino del padre. Dalla loro unione discendono i successivi sovrani danesi, fra cui Aroldo Dente Azzurro e Canuto il Grande.

In nessuna saga si parla di un Rollo fratello di Ragnarr, ed è totalmente errato e anacronistico far pensare che Rollone di Normandia fosse in qualche modo correlato all’eroe danese. Il vero Rollone nacque probabilmente nell’860 ed era norvegese. Se pensiamo che Ragnarr morì verso l’845 risulta difficile vederli fratelli o anche solo contemporanei. Lo stesso Ducato di Normandia nasce solamente nel 911, parecchi decenni dopo le vicende narrate in Vikings. Allo stesso modo non fu Ragnarr Loðbrók il primo vichingo a razziare l’Inghilterra, né tantomeno fu opera sua la distruzione di Lindisfarne (avvenuta nel 793). Anche il personaggio di Flòki è una forzatura; il costruttore di drakkar è infatti ispirato al navigatore Flóki Vilgerðarson, scopritore dell’Islanda e vissuto nel IX secolo.

Fin qui ho parlato solamente del Ragnarr delle saghe e del Ragnarr della serie. E’ arrivato però il momento di parlare del Ragnarr della realtà. Sappiamo dell’esistenza di un vero Ragnarr Loðbrók, jarl e suddito del re danese Horik. Sarà lui a guidare le navi vichinghe contro Parigi nel terribile assedio dell’845. Durante il viaggio di ritorno in Danimarca però, un’epidemia colpisce l’armata vichinga e lo stesso Ragnarr trova la morte. Una fine sicuramente meno gloriosa di quella descritta sia nelle saghe che in Vikings, all’interno della fosse dei serpenti di re Ælla. Ma anche nella realtà si inserisce la leggenda, e in diverse cronache si racconta di come in verità il nobile danese sia sopravvissuto alla pestilenza. Tornato in Scandinavia, Ragnarr Loðbrók avrebbe poi intrapreso tutte le avventure descritte nei poemi e nelle saghe a lui dedicate.

La figura di Ragnarr è il tipico caso di eroe semi-leggendario, dove alla verità storica del personaggio si innestano miti e racconti. Se tuttavia un Ragnarr Loðbrók è effettivamente esistito e se la storicità dei suoi figli è ampiamente comprovata, viene naturale chiedersi se davvero non ci sia della verità nelle antiche saghe nordiche.

(di Andrea Tabacchini)