Saviano, sei alla frutta

Quando un presunto intellettuale, non riuscendo a controbattere nel merito alle critiche che gli vengono rivolte, preferisce prendersela con l’autore delle stesse (sostenendo che siano uno squallido mezzo per ottenere quei famosi “15 minuti di celebrità”) capisci che arranca e che non sa gestire la situazione quando si trova in difficoltà e non ha l’umiltà di ammettere quando sbaglia.

Roberto Saviano, nel suo ultimo articolo su L’Espresso, reincarna esattamente questi 3 fattori. Circa il contraddittorio messo sul piatto da Daniele Scalea in un articolo sull’Huffington Post sulla questione dell’accesso agli studi universitari delle donne in Iran, il nostro tuttologo ha risposto asserendo che si trattasse di una squallida operazione sessista volta a sostenere che, in fondo, “fosse accettabile e non avrebbero dovuto chiedere di più”.

Comportamento che, in psicologia, viene definito benaltrismo, ossia rispondere ad un determinato argomento con un altro argomento, molto spesso fuorviante. Andiamo a vedere perché: sostenere, nel post commemorativo di Maryam Mirzakhani – prima donna iraniana insignita della prestigiosa medaglia Fields per la matematica – che il corso di laurea in Scienze Matematiche sia il solo ed unico garantito al gentil sesso è semplicemente fare propaganda e disinformazione, oltretutto di un immane squallore, in quanto hanno come corollario l’utilizzo di una vicenda triste e delicata quale la morte di una persona.

Quando parecchie donne iraniane, nel post incriminato su Facebook, hanno fatto notare a Roberto Saviano le falsità che stava dicendo, la risposta è stata pressoché un copia-incolla generale; “sei poco informata, dal 2009 mi occupo, insieme all’ONU, dei dissidenti iraniani”. Ma chi sono questi ultimi? Sono il MKO, i cosiddetti Mujhaideen del popolo o Esercito di Liberazione Nazionale dell’Iran, nient’altro che un gruppo terroristico sostenuto dagli USA e da Israele avente lo scopo di favorire, nel momento propizio, un terreno fertile per un regime change che strizzi l’occhio agli interessi atlantici.

Ad esso sono collegate le figure citate dal nostro tuttologo con boria e presunzione per difendersi dalle giuste accuse rivoltegli, una su tutte, Taraneh Mousavi, di cui si narra che sarebbe morta per le violenze sessuali subite durante l’Onda Verde del 2009 finanziata da George Soros per far cadere il governo di Mahmud Ahmadinejad, sebbene le stesse non siano accertate e provengano da fonti di blogger iraniani assolutamente non ufficiali.

In Iran il 70% degli studenti universitari è donna, sostenere faziosamente il contrario, per non si sa quale preciso scopo, significa mancar di rispetto al loro sforzo quotidiano per far valere le loro idee in una realtà sostanzialmente, nonostante gli enormi progressi, ancora legata al maschilismo e al patriarcato. Sarebbe il caso di ricordare che sotto lo stile di vita “liberal e sessualmente emancipato” dello Shah, Reza Pahlavi, solo un terzo delle donne iraniane era in grado di leggere e scrivere.

Ci vollero l’Ayatollah Ruhollah Khomeyini e i precetti del suo testamento politico, “Il Governo Islamico” a far cambiare la rotta, solo dopo il 1979. I costi universitari negati che Roberto Saviano cita a sproposito, scomodando addirittura figure come Shirin Ebadi, sono il prodotto di un emendamento promulgato durante il secondo governo Ahmadinejad per equilibrare gli iscritti tramite restrizioni “unisex”, poi rimosse, nel 2013, da Hassan Rouhani tramite un decreto che il nostro Vate si guarda bene dal citare o analizzare. Insomma, come puoi vedere, caro Saviano, sei stato fuorviante, testa bassa e chiedere scusa, perchè sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

(di Davide Pellegrino)