In Polonia e Ucraina si moziona per smantellare monumenti comunisti; in qualche paesino italiano si richiede che anche un comitato sottoscriva un foglio per la “prevenzione della propaganda totalitarista”; il problema dell’isteria anti-totalitarista e di certa furia iconoclasta oggi, di ogni orientamento, è che sono entrambe cadute nel trappolone neo-liberale della cultura post-moderna.
La post-modernità demonizza, non senza alcune buone ragioni, non solo le tradizioni di pensiero che l’hanno preceduta (liberalismo classico, comunismo, fascismo), ma anche i suoi avversari, ridotti genericamente a “populisti”, e potenziali nostalgici di una delle tradizioni qui sopra.
La post-modernità è rimasta orfana di tradizioni politiche, e può trovare consolazione soltanto nel replicare un finto parricidio delle ideologie politiche moderne, facendo cadere una statua o facendo sottoscrivere un pezzo di carta.
(di Davide Ragnolini)