Francia mediatrice in Libia. Sconfitta clamorosa per l’Italia

Il presidente francese Emmanuel Macron ha fissato un incontro a Parigi tra le due parti interlocutrici nel conflitto libico, quella del governo Serraj, appoggiato da USA e UE, e quella del generale Haftar appoggiato da Egitto, Emirati, Russia e Cina. Macron si pone come mediatore tra le parti per raggiungere una soluzione pacifica e politica che metta d’accordo tutti nel conflitto libico.

È evidente come questa notizia sia l’ennesima beffa nei riguardi dell’Italia, che con la Libia ha sempre avuto un rapporto privilegiato di collaborazione. È doveroso ricordare, infatti, che prima dell’illegittima rimozione forzata del Colonello Gheddafi da parte della fazione ribelle libica e delle potenze occidentali, l’Italia aveva una posizione di collaborazione privilegiata con Tripoli.

Un canale che aveva permesso all’ENI di diventare la prima azienda energetica straniera ad operare nel settore petrolifero libico, così come all’Enel nel settore delle energie alternative e a centinaia di altre aziende italiane nei vari settori industriali e dei servizi.

Con la mossa di Macron la Francia – appoggiata dagli USA – nonostante sia stata la potenza occidentale che più aveva voluto la caduta di Gheddafi, potrebbe paradossalmente ritagliarsi quel ruolo che era dell’Italia e mettere le mani sul petrolio libico con la Total, dando oltretutto spazio ad aziende transalpine in altri settori industriali e di servizi strategici in un territorio, quello libico, da ricostruire con enormi risorse.

Ecco dunque l’ennesima prova dell’incapacità dell’esecutivo italiano a guida PD, che ha mancato di lungimiranza e, mentre si perde in battaglie interne inutili e dannose come lo ius soli,  non riesce a portare avanti una politica estera seria, viste le figuracce rimediate in sede europea anche per quanto riguarda l’immigrazione.

È importante sottolineare che per l’Italia avere un ruolo primario nella regione libica è di importanza vitale, non solo per una questione economica che darebbe vitalità alle nostre aziende, ma anche e sopratutto geopolitica. Un’Italia influente in una Libia stabile, come la era con Gheddafi, sarebbe utile nel contenere l’esodo migratorio pianificato dalle mafie e dalle ONG.

Oltretutto la Libia è sempre stato un faro per lo sviluppo del continente africano, economicamente e politicamente. Purtroppo sembra che per questo governo piegato e imbelle di fronte ai veri problemi del Paese, gli interessi nazionali non siano una priorità ed è chiaro che da status di potenza mediterranea influente, il Bel Paese sia diventato uno stivale geografico dai confini inesistenti e dalla sovranità svenduta.

Sarà tragicamente ai limiti dell’impossibile riconquistare un ruolo di influenza geopolitica se si continua a subire questi schiaffi passivamente, perseverando in una politica suicida. Le aziende dovranno fare sempre più numeri da giocolieri per ritagliarsi fette di mercato importanti e vitali per l’economia sofferente del paese.

L’Europa Unita è sempre più quel sogno venduto di solidarietà tra i paesi membri, tramutato in una realtà di singoli stati come la Francia che sfruttano l’incapacità e la rinuncia alla sovranità di altri come l’Italia, per i loro più lucrosi interessi.

(di Simone Nasazzi)