“Iran, poche donne all’Università”: l’ultima gaffe di Saviano

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Il Vate ha colpito ancora. Non contento di produrre una capitale mondiale della cocaina al mese (nel corso del programma Super 8, qualche sera fa, è stato il turno di Roma), di aver messo becco in questioni fuori logica come quella di Yara Gambirasio senza ottenere per altro riscontri, di aver ceduto alle colossali figurelle per la famosa storia dell’incontro – mai avvenuto – con la madre di Peppino Impastato, Roberto Saviano stavolta ha deciso di renderci partecipi della sua squisita conoscenza del mondo iraniano, quello troglodita e arretrato, quello musulmano, là, dove i diritti non ci sono e dove il regresso maschilista domina.

L’ elogio è a Maryam Mirzakhani, scienziata iraniana scomparsa il 15 luglio. La chiusura, il punto forte: è laureata in matematica, “uno dei pochi corsi consentiti alle donne”. Nel mondo savianesco.

In quello reale, le donne iraniane costituiscono il 60% degli iscritti agli atenei. Da un po’ di tempo, sotto i post dell’oracolo del semicoltismo conformista italiano, la gente ha iniziato a reagire. Niente più sperticati applausi e qualche timido tentativo di contestazione sommerso di insulti. Da Parigi e Bruxelles nel 2015, i comuni utenti cominciano a vedere del buio in un personaggio che, da presunto “eroe antimafia” è passato dal parlare di camorra in qualsiasi contesto, a produrre serie televisive, a parlare di qualsiasi argomento e a recitare monologhi teatrali in televisione.

Questa volta le critiche sono state forti. E sono proprio iraniane. Giovani del paese guidato da Rouhani, attaccano il Vate. “Ma non stavamo parlando dell’Iran? Proprio quel paese dove le studentesse sono più degli studenti?” dice Maziar. “Insegna a Stanford, non a Princeton” lo bacchetta Shirin. Amir è più diretto: “Non ci conosci”.

Le repliche di Saviano? Potremmo parlare al singolare, visto che è una, riciclata in forme leggermente diverse, che ha sempre la stessa caratteristica: non risponde alla scemenza detta, ovvero che i corsi per le donne in Iran non sono pochi né tanto meno una sparuta minoranza.

L’estate è un periodo meraviglioso. Permette di accogliere con leggerezza qualsiasi scemenza. Perfino il dogma del semicoltismo “revisionismo storico cattivo” suona dolce (lo storico o è revisionista o non è).

Ammetto candidamente di essere stato tra coloro – numerosi – che all’epoca, circa 12 anni fa, cascarono nel “savianesimo”. Quello che mi domando è quanto siano tonti coloro che continuano a cascarci, dopo tutto quello che è venuto fuori, la banalizzazione totale dei suoi interventi su ogni argomento totalmente al di fuori di quella che sarebbe dovuta essere la sua “lotta”, il suo profilo commerciale che nulla ha a che vedere con un giornalista d’assalto che dovrebbe teoricamente rischiare la vita, la sua ignoranza palese su argomenti per i quali tra l’altro basterebbe una veloce ricerca su google.

È estate, la leggerezza domina. In questi giorni abbiamo scoperto che, presumibilmente, la maggioranza degli studenti universitari iraniani è iscritta a matematica. Disciplina del resto inventata dagli arabi. Grazie Roberto, il tuo mondo ci regala sempre fantastiche sorprese.

(di Stelio Fergola)

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