Isis in ritirata su ogni fronte: le forze del presidente Assad si preparano all’offensiva

Sembra che in questi giorni le truppe dell’esercito arabo siriano fedeli al presidente Bashar al Assad abbiano trovato nuove energie. I soldati siriani si sono infatti lanciati in una serie di grandi offensive su tutti i teatri di guerra: dal fronte est contro l’Isis alle sacche di resistenza dei “ribelli moderati” nell’est del paese.

L’avanzata verso al-Sukhnah, fondamentale per prendere il controllo dell’autostrada che porta alla città assediata di Dir ez-Zoir, è stata fermata da numerose forze dell’Isis che, dopo essersi trincerate, stanno cercando in tutti i modi di arrestare l’avanzata delle forze lealiste.

Nel sud del paese si è invece firmata una tregua fra le forze del governo e dei ribelli risultato dei primi collocqui faccia a faccia Trump-Putin. Molto probabilmente, nel primo incontro fra i presidenti di USA e Russia si è discusso anche della guerra civile siriana, giungendo ad un parziale accordo nella parte meridionale del paese fra le città di Dara’a e Qumeitra. Qui le forze dell’opposizione hanno accettato di aprire un dialogo con le forze governative per trovare una soluzione pacifica. L’esercito siriano sta comunque rafforzando la sua testa di ponte.

Mentre al sud è stata raggiunta una tregua, con un’azione a sorpresa le truppe dell’esercito siriano hanno attaccato una vasta aera desertica ad est della capitale Damasco, circondando le forze ribelli qui presenti. L’offensiva, scatenata contro truppe supportate dagli USA, ha colto di sorpresa i ribelli che non sono riusciti a resistere alla pressione e hanno cercato la fuga verso est, per scoprire di essere stati completamente circondati. La conquista di questo territorio desertico accorcia di molto il fronte delle forze lealiste, che possono quindi inviare truppe e mezzi sui teatri di guerra più incandescenti.

Le forze siriane liberano una vasta area desertica ad est di Damasco occupata da forze terroristiche ribelli appoggiate dagli USA.

 

Al nord fra le forze dell YPG e le milizie siriane sostenute dagli USA ci sono stati scontri che hanno portato le forze siriane del presidente Assad ad abbandonare il fronte della città assediata. Benché completamente circondata, a Raqqah i terroristi dello Stato Islamico resistono. Cecchini dell’Isis e autobombe stanno mettendo in crisi le forze sostenute dagli Stati Uniti che faticano, ad avanzare nella città vecchia. La battaglia sarà casa per casa.

In Iraq il presidente Haider al-‘Abadi ha dichiarato ufficialmente la liberazione di Mosul. Il primo ministro iracheno è andato nella cittadina a complimentarsi con le forze governative e a consolare la popolazione, travagliata da anni di dominio del Califfato e da mesi di assedio.

Haider al’Abadi a Mosul celebra la liberazione della città.

 

La morte del Califfo Al-Baghdadi, ucciso settimane fa da un raid russo, ha completamente spezzato la determinazione delle truppe del Daesh che si stanno ritirando in ogni fronte. Nonostante ciò, la resistenza presso al-Sukhnah nel sud-est del paese è forte, e pare proprio che i terroristi ivi presenti siano decisi a non far passare le forze governative. Intanto stanno affluendo in quella zona del fronte numerosi mezzi pesanti ed artiglieria, insieme ad almeno 4.000 truppe tribali che hanno deciso di schierarsi al fianco delle forze leali al presidente Bashar al Assad. Vedremo a breve un’offensiva governativa in grande stile verso la cittadina di al-Sukhnah, primo passo per l’avanzata verso Dir ez-Zoir.

(di Marco Franzoni)