Processare le idee? Lettera aperta ad Emanuele Fiano

Da giorni i media nazionali parlano della proposta di legge dell’onorevole Fiano (PD) riguardo l’apologia al Fascismo. La proposta di Fiano è quella di punire con condanne, dai sei mesi a due anni, “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità”. La proposta dunque si aggiungerebbe alle leggi già in vigore in materia di apologia al Fascismo (Legge Scelba e Legge Mancino).

La proposta ha sollevato un polverone mediatico e una serie di pareri discordanti. La nostra domanda è questa: si può processare la libertà individuale in nome della democrazia? La cosa sembra essere non poco paradossale sia sul piano morale che su quello prettamente pratico; condannare il produttore di gadget del ventennio o il mitomane del famigerato “lido fascista” significa condannare un certo folklorismo, insignificante e inoffensivo. La Legge Scelba condanna la ricostituzione del dissolto Partito Nazionale Fascista come la Legge Mancino punisce l’istigazione all’odio razziale; la “Legge Fiano” andrebbe a punire qualcosa che di per sé non ha niente di sovversivo poiché, sorvolando sulla questione che riguarda la chincaglieria nostalgica, andrebbe a condannare delle idee condivise da un singolo individuo che in alcun modo possono nuocere alla comunità (esiste già la “270 bis” per il reato di associazione sovversiva). Ma questa legge non va a minare il concetto stesso di democrazia? A questa domanda Matteo Renzi ha risposto che non è la legge ad essere liberticida ma “il regime stesso”, ma questo concetto lo si può applicare a chi persegue personalmente degli ideali attuandoli in modo democratico? Il ritorno della “minaccia fascista” è stato identificato nei recenti successi elettorali di movimenti che si richiamano all’esperienza fascista; movimenti votati democraticamente e che perseguono battaglie politiche legittimati dal voto e che agiscono legalmente nel rispetto della costituzione, e poiché la legge Scelba punisce esclusivamente la ricostituzione del partito mussoliniano, si pensa forse di inasprire la pena con questa proposta? Il discorso vale per la proposta Fiano come per la controproposta di Forza Italia sul reato di “apologia del comunismo”: le idee appartengono all’individuo, e la libertà individuale non solo è il fondamento della democrazia ma non può essere processata. Sin dalle poleis greche la differenza di opinioni ha generato dibattito e dal dibattito si sviluppa la comunità (oltre che la cultura stessa), ed è per questo che non si può pretendere, specialmente in una repubblica democratica, di condannare un’ideologia.

Perché questo, in poche parole, vuole la proposta dell’onorevole Fiano. A chi giustifica la proposta asserendo che “le ideologie propagandate sono antidemocratiche”, facciamo notare che una persona può essere legata al pensiero di intellettuali come Gentile, Giani, Ricci e Bombacci senza rappresentare un pericolo per la democrazia; così come chi si sente legato a un’eredità culturale o chi più semplicemente colleziona chincaglieria, anche scadente, per puro gusto personale. Dunque, onorevole Fiano, inasprire delle pene che più volte si sono risultate infondate (vedasi il caso del saluto romano in occasione del “Presente”) non è certo una sconfitta per il dissolto Partito Fascista, è una sconfitta per lei e ciò che vuole rappresentare.

(Di Antonio Pellegrino)