Il razzismo paternalista di Saviano

Saviano ha criticato le ultime affermazioni di Renzi con questo post. In sostanza, la sua argomentazione è che l’Italia, anziché “aiutare gli africani a casa loro”, li stia assistendo in un suicidio collettivo tramite la vendita di armi.

La foto di corredo è quella di un bambino soldato che regge una mitragliatrice. Sfortunatamente per lui, l’arma non appare nemmeno di fabbricazione italiana (sembra una FN MAG belga). La foto tendenziosa serve forse a far dimenticare che le armi si vendono principalmente per la polizia, per i reparti antiterrorismo (lui stesso cita l’Egitto, che sta combattendo con gravi perdite contro i jihadisti nel Sinai), per tutte le forze di sicurezza che garantiscono la protezione delle persone.

Si vendono pure agli eserciti e talvolta servono a fare la guerra, è vero. Ma gli Africani sono persone esattamente come noi, in grado di portare la responsabilità di avere delle armi; non gli si può sottrarre la possibilità di difendersi, con un fare paternalista e intrinsecamente razzista.

Perché il ragionamento implicito nei savianei è che gli Africani sarebbero irresponsabili, incapaci di decidere razionalmente per sé: quindi se l’uomo bianco gli dà le armi, quelli inevitabilmente le utilizzeranno nel peggiore dei modi. I conflitti, in Africa, sono cominciati prima del colonialismo e prima che gli Occidentali ci mettessero mano.

Senza dubbio il lascito coloniale, con confini arbitrari, ha influito nella genesi di taluni conflitti, ma la loro radice sono antiche e tradizionali conflittualità etniche o tribali. La vecchia guerra tradizionale, quella tra tribù che si combattono a colpi di arco, frecce e lance, aveva coefficienti di mortalità in seno alla popolazione dieci volte più alti rispetto ai conflitti tra Stati moderni.

Le esportazioni di armi occidentali in Africa non sono l’origine del male. Talvolta ne divengono strumento, tal altra possono invece essere la soluzione (ad esempio laddove servono a combattere gruppi come Boko Haram – molte armi italiane sono vendute alle forze armate nigeriane).

Sono gli Africani che le utilizzano gli arbitri del proprio destino. A dispetto d’ogni visione buonista-razzista che li descrive come “bambinoni” incapaci di scegliere cosa fare con le armi che acquistano.

(di Daniele Scalea)