Sinistra e “accoglienza sempre”: nuova battuta d’arresto?

Matteo Renzi che dice “aiutiamoli a casa loro”. Il PD e la sinistra che protestano furiosamente, facendo cancellare lo slogan, considerato troppo leghista. E Salvini ringrazia.

Il solito Tusk fa finta di dare sostegno all’Italia ribadendo – come è logico e naturale – l’impossibilità di accogliere gli irregolari.

Resta il fatto che ci provano in tutti modi, come dico sempre. Da 30 anni. Dalla fine del comunismo storico per intenderci, da quando il PCI si convertì in PDS e cominciò una forsennata speculazione ideologica su “lo straniero che vale quanto l’italiano”, “i diritti dello straniero”, poi tramutato in “i diritti dell’immigrato”.

Tutto pur di superare quella soglia che oltre il 30% non riesce ad andare, salvo qualche eccezione contestuale e non legata all’elettorato storico. Negli anni Novanta era stata la volta prima dei profughi albanesi, nel 1991, poi di molti esuli del defunto blocco sovietico. In seguito, la crisi somala aveva dato un’ulteriore spinta.

In Rai, si cominciavano a lanciare i primi dogmi del semicoltismo immigrazionista: nel programma televisivo Eppur si muove, condotto da Indro Montanelli e Beniamino Placido, il giornalista toscano  sosteneva che “gli italiani non sono razzisti, è del tutto normale reagire in modo complicato a invasioni del tutto incontrollate a casa propria”. Una giovane quanto sempre “arguta” Serena Dandini lo contestava. Gli italiani sono razzisti, è un problema.

Perchè il concetto di “casa” la “sinistra” non ce l’ha. Non lo ha mai avuto. Ha sempre sputato sopra con violenza e volgarità al diritto sacrosanto di sentire come propria – e non di altri – una terra, una cultura, o un’etnia. Discorso valido per tutti, ovviamente, di qualsiasi continente o razza.

Sul finire del decennio, anche la fine delle guerre jugoslave e la crisi del Kosovo avevano dato un ulteriore contributo. Negli anni duemila ci hanno letteralmente ossessionato con il concetto del “diritto di voto all’immigrato”, proposta di nicchia che i giornali schierati tentarono in ogni modo di far divenire di massa.

Forse, dopo un paio d’anni di propaganda ossessionante sullo ius soli, c’è una battuta d’arresto. Anche Gentiloni, che fino a un mese fa polemizzava con Juncker dicendo che “l’invasione non possiamo fermarla nemmeno con Mago Merlino”, ora dice che “l’accoglienza non può essere illimitata”.

Troppi ostacoli per realizzare quel piano oggettivamente complicato. Troppi “muri”: quelli della natura, quelli ignorati sistematicamente da chi vuole forzarla.

Insomma, dopo i tentativi dell’ anno 1991, quello di fine anni ’90, i numerosi predicozzi dello scorso decennio sulla possibilità di dare il voto agli immigrati che coinvolsero anche personaggi decisamente poco lusinghieri della cosiddetta “destra” italiana, forse siamo vicini ad una pausa anche questa volta. Complice certamente il voto delle amministrative.

Ma chi spera che la storia sia finita s’illude, e lo fa da trent’anni. Un periodo in cui la sinistra, è bene ricordarlo, è comunque riuscita a far approvare o a spingere per leggi fortemente indirizzate alla cittadinanza “facile” (come quella del 1991) e a fare “italiani” 5 milioni di immigrati di cui non avevamo assolutamente bisogno. Nonostante tutto, un successo.

Appena le acque si saranno calmate, ci riproveranno. Speriamo – a questo punto – che la burrasca prosegua per un bel po’.

(di Stelio Fergola)