Macron sulla Crimea: “non riconoscerò l’annessione alla Russia.”. Ma Nizzardo e Corsica gli vanno bene

Nel bilaterale con il suo omologo ucraino, Petro Poroshenko, Emmanuel Macron ha dichiarato che “la Francia non riconoscerà l’annessione russa della Crimea.”

C’è già un errore; più che di annessione, tecnicamente si dovrebbe parlare di un “ritorno a casa”. Infatti, il primo fattore che lega la tanto contesa penisola alla madre patria è la lingua. Nella sola città di Sebastopoli oltre il 70% della popolazione è russofona, di origine russa o comunque predilige il russo come idioma primario.

Il secondo è il contesto storico-culturale; gran parte della letteratura russa di Lev Tolstoj è ispirata alle vicende belliche che imperversarono in Crimea nel 1854 e che sono vitali per comprendere appieno l’evoluzione della Russia e del suo popolo.

Al contrario, se si vuole disquisire sul significato più cristallino di “annessione“, è la Francia ad avere il primato, dalla Corsica al Nizzardo. Prendendo in esame quest’ultimo, dal 1860 in avanti Parigi si è resa protagonista di un autentico processo di francesizzazione massiccia nei suoi confronti avente come corollario la messa al bando della lingua italiana, la persecuzione degli intellettuali italiani, la chiusura di giornali e la proibizione delle opere liriche.

Una autentica distruzione culturale. Il Nizzardo è italiano per lingua, cultura e tradizioni. Qui, per 600 anni (dal 1300 al 1900), abbiamo visto fiorire la letteratura di poeti e scrittori quali Passeroni e Gioffredo, le cui opere sono raccolte nel pamphlet “Storie e Letterature italiane di Nizza” del 2011. Giuseppe Garibaldi, persino, ne rivendicò l’italianità, alla luce, anche, delle rivolte anti-francesi avvenute nel 1871.

Il presidente francese, quindi, straparla, ma non guarda al profondo marcio di casa sua.

(di Davide Pellegrino)